La mafia di San Lorenzo e Tommaso Natale a Palermo è ancora forte. Tanto forte da potersi permettere di chiedere il pizzo anche agli stabilimenti della Elenka e ai noti vivai La Franca solo per fare qualche esempio. Una forza che permetteva alle famiglie di continuare ad estendere il proprio controllo anche alla provincia come storicamente avveniva per la mafia della piana dei Colli con estensioni fino a Isola delle Femmine e Carini.

A squarciare il velo di omertà è stato un pentito, Silvio Guerrera, arrestato nel 2014 e che collabora con la giustizia dalla fine del 2015. Le sue rivelazioni hanno permesso di identificare capi famiglia ed estorsori anche se solo tre delle aziende estorte hanno deciso di collaborare quando messe di fronte all’evidenza dei fatti.

Le indagini riguardano dieci presunti mafiosi con vari ruoli. Si va da Girolamo Biondino reggente del mandamento mafioso di San Lorenzo a Tommaso Contino reggente della famiglia di Partanna Mondello, fino allo stesso Silvio Guerrera oggi pentito e reggente della famiglia di Tommaso Natale. Nel provvedimento si parla anche di Antonino Di Maggio uomo di spicco della famiglia di Carini, Sergio Napolitano e Pietro Salsiera del mandamento di Resuttana, di Giovanni Niosi di San Lorenzo.

Accuse anche per gli uomini di Palermo C entro intervenuti per lo sconto sul pizzo chiesto da uno dei taglieggiati  come Giuseppe Fricano, Giuseppe Torre e Salvatore Lucera.

TUTTI I NOMI DEGLI INDAGATI

Una delle richieste di pizzo ricostruita in questa operazione era stata rivolta perfino al titolare del Lido Battaglia di Isola delle Femmine e lui, invece di denunciare, secondo la ricostruzione della polizia, si sarebbe rivolto ai suoi conoscenti di Palermo Centro e grazie alla mediazione di Giuseppe Fricano aveva raggiunto l’accordo per uno sconto sulla tariffa annuale ridotta a una somma di 13mila euro.

Anche il vivaio La Franca di via Giuseppe Lanza di Scalea avrebbe pagato duemila euro l’anno in concomitanza delle feste di Natale e di Pasqua. Un costruttore che aveva inaugurato un cantiere a Palermo, invece, aveva versato alle casse delle famiglie 16mila euro.

Ma è rilevante il ruolo di un altro costruttore, Baldassare Migliore che oltre a lavorare nel movimento terra sarebbe stato lui stesso il referente delle estorsioni nei confronti degli altri imprenditori edili di isola delle Femmine, Capaci, Carini

Nell’inchiesta c’è, poi, un filone che parla di droga e che vede imputati Salvatore Verga, Francesco Di Noto e Fabio Chianciano che erano coordinati da Salvatore Lucera.

PARLA IL CAPO DELLA MOBILE RUPERTI

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