Sarà preso in esame dai periti l’8 gennaio il caso del giornalista Gianni Molè, morto di Covid a 61 anni il 31 ottobre scorso dopo essere stato ricoverato all’Ospedale Guzzardi di Vittoria il 26 ottobre. Il giornalista è rimasto qualche giorno in quella che è denominata la ‘zona grigia’, nonostante le sue condizioni di salute fossero apparse già critiche al suo arrivo in ospedale, così come risultava dagli esami che parlavano di polmonite bilaterale massiva. Molè è stato poi trasferito in rianimazione dove è rimasto fino alla data del suo decesso.

Gianni Molè, giornalista di razza, era stato componente dell’ufficio stampa del Comune di Vittoria, direttore della rivista della Provincia di Ragusa, aveva collaborato in passato anche con la Gazzetta del Sud e la Gazzetta dello Sport ed era segretario provinciale dell’Associazione siciliana della stampa.

Inizialmente aiutato con casco Cpap per agevolare la sua respirazione, è stato poi intubato il venerdì mattina, spirando il giorno dopo. I familiari hanno presentato una denuncia per far luce sulla vicenda, in quanto il giornalista non aveva alcuna malattia pregressa. Il medico legale incaricato dalla procura e quello di parte nominato dalla famiglia non hanno ritenuto opportuno effettuare un’autopsia sul corpo del giornalista. Si è proceduto quindi con l’analisi delle cartelle cliniche e delle lastre. Il pubblico ministero ha conferito gli incarichi ad un’equipe medica che l’8 gennaio esaminerà il caso per stabilire se ci sia stata una qualche negligenza da parte dei medici. Al momento non ci sono indagati.

Nei giorni scorsi è morto a Vittoria, anche in questo caso per Covid19, un medico, che, dopo aver contratto il virus, la sua situazione è precipitata nel volgere di poco tempo. Un altro caso che ha suscitato emozione è stato quello di Gianni Russo, 58 anni, infermiere della terapia intensiva e rianimazione dell’ospedale ‘Guzzardi’ di Vittoria.

Russo, deceduto a novembre si era ammalato 2 mesi prima, “non ce l’ha fatta e lascia un vuoto immenso non solo nell’Asp di Ragusa, ma in tutta la comunità vittoriese” si era espressa l’Asp.