Diventerà un Covid Hotel l’ospedale di Ragusa Ibla per ospitare pazienti non gravi, al fine di non ingolfare le altre strutture sanitarie del Ragusano, ormai sotto stress per l’esplosione dei contagi.

E’ quanto è emerso al termine dell’incontro online tra l’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza,  il direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò, ed i sindaci della provincia iblea, tra le più colpite da questa seconda ondata del virus.

“Il Maria Paternò Arezzo viene convertito – spiega il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì – in residenza sanitaria assistenziale per soggetti affetti da Covid che non necessitano di ospedalizzazione; una soluzione che al momento rende non necessario reperire i cosiddetti “Covid Hotel”. Sono confermati gli ampliamenti dei reparti Covid previsti nella programmazione regionale, i trasferimenti e gli accorpamenti di cui ho dato conto ieri. Le attività ospedaliere sono giocoforza ridotte, ma sono garantiti tutti i servizi d’urgenza e, nei limiti del possibile, anche quelli ordinari. Saranno 250 i neo specializzati anestesisti, figura specialistica tra le più richieste, assegnati agli ospedali in cui c’è maggiore carenza”.

Il nuovo ospedale di Ragusa, il Giovanni Paolo II, è stato, invece, ridisegnato e sarà composto da due aree: una riservata ai pazienti Covid che contempla 103 posti letto, ed un’altra destinata ai malati affetti da altre patologie.

Lo stesso sindaco, in merito alla penuria di personale, afferma che saranno reclutati i medici di base.

“Restando al personale sanitario, è previsto un maggiore coinvolgimento – spiega il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì – dei medici di base per ridurre la pressione sugli ospedali e ottimizzare le cure in casa in tutti i casi in cui è possibile farlo. La Regione dispone di 4,5 milioni di tamponi ora in distribuzione per individuare asintomatici e trattarli a domicilio. I tamponi antigenici avranno lo stesso rilievo statistico dei molecolari e i medici di base, previo accordo collettivo nazionale in via di rimodulazione, potranno seguire in autonomia l’iter della malattia fino alla guarigione. Sono inoltre previste al momento per la Sicilia 1.5 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale a fronte delle 900mila dello scorso anno”.