Diplomi facili in provincia di Ragusa. E’ quanto scoperto dalla Guardia di Finanza che ha denunciato complessivamente ottanta le persone accusate a vario titolo di truffa, falso, abuso di ufficio e rivelazione di segreti di ufficio.

Oltre a due coniugi ritenuti le menti dell’organizzazione, nei guai sono finiti una settantina tra presidi, professori e personale di segreteria di Ispica, Rosolini, Licata, Canicattì ed Acireale.

Secondo quanto ricostruito dalle fiamme gialle gli studenti pagavano 3.500 euro per ottenere il titolo, ma sarebbero risultati solo formalmente iscritti in alcuni istituti paritari dove, di fatto, si sarebbero recati saltuariamente per la simulazione delle prove didattiche.

Tutto ruotava attorno ad un Centro d’istruzione privato con sede a Ispica (RG) e Rosolini (SR), gestito da due coniugi, dove durante l’anno scolastico, si sarebbero svolte le verifiche, come i temi d’italiano, che gli alunni però avrebbero redatto a casa e che sarebbero stati poi recapitati agli istituti di riferimento per l’attribuzione delle valutazioni e l’inserimento nei rispettivi fascicoli personali.

Per quanto riguarda le altre materie, invece, ci sarebbe stata la complicità del personale docente, così sarebbero state materialmente copiate” dai diplomandi direttamente presso le sedi scolastiche dove trovavano le soluzioni già indicate. Lo spauracchio delle interrogazioni sarebbe stato superato: secondo gli investigatori, infatti, nessuno degli alunni le avrebbe mai sostenute, contrariamente a quanto riportato nei registri scolastici.

Nei guai, quindi, anche i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio delle scuole paritarie coinvolte che, stando alla ricostruzione delle fiamme gialle, avrebbero precostituito il carteggio scolastico (registri, pagelle, scrutini, crediti scolastici, esami di ammissione, ecc.) per consentire l’ammissione agli esami di maturità.

Durante l’indagine, avviata nel 2014, i finanzieri si sono serviti anche di intercettazioni telefoniche ed ambientali e sono poi scattate  le perquisizioni sia in casa dei soggetti interessati che negli istituti scolastici coinvolti dove, tra l’altro, si è proceduto anche a vigilare tutte le varie fasi delle prove d’esami, scrutini compresi.

Inoltre i due coniugi ritenuti responsabili del centro d’istruzione, essendo dipendenti pubblici, si sarebbero assentati dai rispettivi posti di lavoro, grazie alla compiacenza di medici che hanno rilasciato certificazioni per patologie inesistenti. Ne è scaturito così un altro filone d’inchiesta, mentre sono state segnalate all’autorità giudiziari anche degli Enti di formazione che avrebbero rilasciato attestati professionali a fronte di attività che non sarebbero state effettuate.

Nel corso delle perquisizioni, disposte dalla Procura di Ragusa, sono stati scoperti e sequestrati il carteggio scolastico, la documentazione extracontabile attestante gli incassi e  somme di denaro contante ed assegni per  511mila euro, ritenuti dagli inquirenti il provento delle attività delittuose.

Dal 2007 gli introiti ritenuti illeciti dalla guardia di finanza sarebbero pari a circa  2.100.000 euro, così sono state avviate le verifiche fiscali nei confronti dei soggetti coinvolti nella vicenda che si sono concluse con la contestazione di violazioni in materia di Imposte Dirette per un ammontare pari a 1.400.000,00 euro, Iva per 215.000,00 euro ed Irap per un ammontare di 1.120.000,00 euro.