Il caso delle dosi di vaccino somministrate a Scicli con il metodo del passaparola è adesso sul tavolo della Regione.  Un’interrogazione urgente è stata presentata da Nello Dipasquale e da Stefania Campo, parlamentari regionali rispettivamente del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza.

Secondo una prima ricostruzione, nella giornata del 6 gennaio sarebbero avanzate delle dosi ed a quel punto sarebbero stati inviati messaggi e fatte telefonate a parenti, amici e conoscenti che si sono riversati nell’ambulatorio. Erano talmente tanti che si è formata una lunga coda, con tanto di assembramento, alla faccia delle disposizioni per il contenimento del Covid19.

“Occorre perché sia fatta chiarezza sul caso delle dosi di vaccino per il Covid-19 “avanzate” e somministrate dall’Asp a pazienti scelti grazie al “passaparola” e a persone – spiegano i parlamentari regionali del Pd, Nello Dipasquale e Stefania Campo del M5S –  che non ne avevano diritto. E’ una vicenda grave che va chiarita subito – commentano i parlamentari iblei – perché è ovvio che in una faccenda così delicata i destinatari del vaccino non possono essere selezionati perché fortunati nel conoscere qualcuno, soprattutto –  se non ne hanno diritto. Abbiamo appreso della vicenda avvenuta a Scicli e temiamo che possano accadere fatti simili anche altrove. Nel fatto di cui siamo venuti a conoscenza – concludono – si parla di 30 dosi di vaccino: un numero enorme e riteniamo – concludono – i parlamentari regionali del Pd, Nello Dipasquale e Stefania Campo del M5S che episodi del genere non possano verificarsi nuovamente. Razza ci spieghi cosa è accaduto e perché”.

 

Ora, però, si apre un’altra questione: quelli che, senza averne titolo, si sono vaccinati dovranno fare il richiamo?

Frattanto, è caduta una testa, infatti è stato rimosso Caudio Caruso che, fino a poche ore fa, ricopriva il ruolo di responsabile del centro vaccinazione di Scicli. Una decisione che è stata assunta dall’Asp di Ragusa dopo quanto accaduto.

Un caso analogo è accaduto nel Modenese, come denunciato dal senatore siciliano di Italia Viva, Davide Faraone. “A fine giornata – dice Farone –  sono avanzati i vaccini e i sanitari hanno deciso di iniettarli a figli e amici. Un giro di telefonate e il “Vax-Day” si è trasformato in un vero e proprio “Family-Day. Rimane l’amaro in bocca pensando a chi oggi, come i medici, i pediatri, gli infermieri, i sanitari, gli insegnanti, persone anziane, aspettano di essere chiamati per essere vaccinati”.