La droga era un’impresa ‘di famiglia’. Perché a coltivarla, nel giardino, tra le piante di fico d’india erano padre, madre e il figlio. Settantaquattro chili di marijuana che se immessa sul mercato avrebbe fruttato 100 mila euro. 

Ai domiciliari sono finiti G. A., 51 anni, la moglie R.R., 46 anni ed il figlio S.A., 27 anni, tutti di Pachino, che nella loro casa di campagna in contrada Cozzarelli, a Pachino, nascondevano oltre 76 chili di marijuana.

Le indagini dei carabinieri sono state avviate dopo la notizia di un via vai sospetto di persone che, a diverse ore del giorno, entravano ed uscivano da un’abitazione alla prima periferia del comune di Pachino.

Durante la perquisizione, in un locale utilizzato come deposito attrezzi, i militari hanno trovato quattro chili di marijuana già essiccata e pronta per essere confezionata in dosi  e appesi a dei fili, circa 10 chili di arbusti di canapa indiana in fase di essiccazione.

C’erano anche una bilancia da cucina, un frullatore elettrico utilizzato per sminuzzare le infiorescenze e le foglie essiccate della cannabis e materiale vario per confezionare lo stupefacente in dosi.

In una zona di terreno, recintata con una rete di colore verde per nascondere la visione interna, c’erano 10 piante di canapa indiana di altezza superiore ai 2 metri e dal peso complessivo di circa 60 chili. Erano state piantate tra fitti alberi di fichi d’india, accorgimento per evitare i controlli.

Lo stupefacente avrebbe fruttato circa 100 mila euro.