“Può ritenersi normale nel 2022, in Italia, in uno stato di diritto (almeno sulla carta), che una persona di 75 anni, indagata per dei reati che vanno accertati (non ha ucciso nessuno, né rubato nulla), possa trovarsi dopo oltre 70 giorni, ancora, in una condizione di detenzione cautelare?”.

Lo sfogo del figlio del sindaco di Priolo

Sono le parole di Luciano Gianni, il figlio del sindaco di Priolo, Pippo Gianni, quest’ultimo arrestato nell’ambito di una inchiesta per corruzione della Procura di Siracusa che contesta al primo cittadino di aver esercitato pressioni a due grosse aziende del Petrolchimico per richiedere assunzioni ed una commessa ad un’impresa di Priolo.

Respinte richieste di revoca dei domiciliari

Gianni, che è stato anche assessore regionale e deputato nazionale, si trova da oltre due mesi agli arresti domiciliari, la sua difesa, rappresentata dall’avvocato Ezechia Paolo Reale, ha presentato istanza di revoca della misura cautelare al Tribunale della Libertà di Catania, che è stata respinta, per cui non resta che il ricorso in Cassazione.

“Per quanto in questo limbo?”

“Per quanto tempo dovremo rimanere in questo limbo?” si chiede Luciano Gianni che rispolvera le parole del padre, da quest’ultimo riferite nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gup di Siracusa. In quell’occasione, Pippo Gianni, sospeso dalla carica di sindaco per effetto della Severino, spiegò di non aver mai minacciato i vertici dei colossi industriali, rivendicando, invece, la sua azione politica, votata alla difesa del territorio.

La difesa di Gianni

Il sindaco ammise di aver chiesto assunzioni e commesse per le aziende locali purché il personale e le imprese fossero qualificati.

“Quali sono le ragioni che giustificano la detenzione di questo uomo, reo di rappresentare nell’immaginario di qualcheduno “la cattiva politica?” rilancia Luciano Gianni.

“Cos’è cattiva politica? È cattiva politica essere a contatto con tutti i propri concittadini ed essere portavoce delle loro istanze? È cattiva politica mettere mano alla propria tasca per aiutare qualcuno in difficoltà? Se è questa cattiva politica, allora lui ne è il massimo rappresentante”.

Gianni, in passato, venne coinvolto in un’inchiesta su una presunta concussione ai danni di un imprenditore ma dopo la sentenza di assoluzione, il sindaco ottenne un risarcimento per ingiusta detenzione.  “E se poi, come siamo fermamente convinti, gli esiti processuali, quando arriveranno, dovessero accertare che è stato tutto un grande errore?. Chi restituirà il preziosissimo tempo rubato ad un uomo di 75 anni?” si domanda il figlio del sindaco.