Il Tribunale del Riesame di Catania ha rigettato la richiesta di revoca dell’arresto per Pippo Gianni, il sindaco di Priolo coinvolto nelle settimane scorse nell’inchiesta della Procura di Siracusa per concussione.

“Valuteremo ricorso in Cassazione”

“Non conosciamo ancora le motivazioni del provvedimento, a quel punto valuteremo se presentare ricorso in Cassazione” spiega l’avvocato Ezechia Paolo Reale, difensore di Gianni.

Resta sospeso dalla carica di sindaco

Con la conferma della misura cautelare, rimane sospeso dalla carica di sindaco l’ex parlamentare nazionale accusato di aver minacciato due grosse aziende del Petrolchimico di Priolo di disporre dei controlli negli stabilimenti, allo scopo di rallentare l’attività produttiva, se non avessero provveduto all’assunzione di persone a lui vicine ed all’assegnazione di una commessa ad una ditta locale.

La difesa di Gianni

Gianni, in oltre tre ore di interrogatorio davanti al gip del Tribunale di Siracusa, ha rigettato questa ricostruzione, rivendicando, invece, la sua azione politica, votata alla difesa del territorio. Il sindaco sospeso ha ammesso di aver chiesto assunzioni e commesse per le aziende locali purché il personale e le imprese fossero qualificati. Gianni ha sottolineato che queste sono dinamiche che rientrano nell’attività di un sindaco, soprattutto in un territorio in cui la presenza degli stabilimenti industriali è ingombrante, “con conseguenze significative in tema di ambiente e di salute”.

In merito alle minacce ai funzionari del Comune, il sindaco ha precisato  di essere entrato in conflitto con questi funzionari che si sarebbero mostrati poco competenti e poco fedeli all’istituzione locale. Ha, infine, rigettato l’accusa di aver chiesto ad un’azienda, in merito ad un appalto del Comune, un contributo per una squadra di calcio locale.

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