“La Regione siciliana non riesce a spendere 1,5 miliardi di fondi, che fanno parte di 6,7 miliardi  nella disponibilità dello Stato dal primo giorno della crisi”. E’ il duro affondo contro la Regione ed il suo presidente, Nello Musumeci, dell’europarlamentare Carlo Calenda, fondatore di Azione, a margine della presentazione del suo libro, “I mostri”, avvenuta nell’area del Castello Maniace, a Siracusa, a cui ha preso parte il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, esponente del movimento di Calenda.

“Questo è un paese – spiega a BlogSicilia Carlo Calenda – che ormai discute solo di Mes, di Recovery fund ma non riesce più a spendere un euro, perché ogni singola procedura non funziona. Ed il motivo è che nessuno si occupa più di gestire mentre si preferisce parlare di riforme, di ideologie, di leggi ma in questo modo lo Stato ha smesso di funzionare ed i cittadini non si fidano più. Per cui ,se chiedi loro di andare in pensione più tardi per aiutare i propri figli, rispondono di no perché non hanno più fiducia”.

In merito alla vicenda della concessione ad Autostrade del gruppo Benetton al centro di un braccio di ferro all’interno del Governo, Calenda esprime il suo punto di vista. “Vanno – spiega a BlogSicilia Carlo Calenda esaminati due casi: il primo, ci sono state delle responsabilità oggettive di Atlantia (azionista di Autostrade) nel crollo del ponte Morandi. Se emerge questa circostanza, la concessione va revocata subito, senza discussioni. Ma se dovesse emergere la seconda ipotesi, cioè che non vi sono colpe, la concessione non va revocata.  Solo in Italia succede che si discute ancora di una vicenda accaduta due anni fa e non si riesce a prendere una decisione”.

Calenda si pone degli obiettivi per il suo movimento, rigettando l’eventualità che Azione possa essere un partito con un consenso basso. “Io credo – spiega a BlogSicilia l’europarlamentare Carlo Calenda –  che Azione sia un partito collocato al centro, che prenderà il 10 per cento alle prossime elezioni. Quando è nato, circa sei mesi fa, in tanti asserivano che non sarebbe andato da nessuna parte. Secondo il sondaggio di Pagnoncelli, è l’unico che entrerebbe in Parlamento con lo sbarramento. Noi dobbiamo fare quel che ha fatto la destra: andarsi a riprendere l’elettorato non con le alleanze ma girando per il territorio ed avendo con se persone di qualità. In questo modo si prendono voti: si chiama politica, il resto è politica per sconfitti”.