• Denuncia del deputato di Italia Viva sulle condizioni dell’acquedotto di Siracusa
  • L’acqua non arriva in alcune zone di Siracusa
  • I fondi regionali ci sono ma non sono usati

Di acqua a Siracusa ce ne è in abbondanza ma ci sono zone, tra cui quella tra Belvedere e contrada Carancino a nord della città, in cui l’approvvigionamento idrico va a singhiozzo mentre in altre, come in contrada Targia, all’ingresso del capoluogo, procede con regolarità. Eppure la fonte è unica, l’acquedotto Galermi, di proprietà del Demanio, ma secondo il deputato regionale di Italia Viva, Giovanni Cafeo, il problema sta nel fatto che qualcuno ha deciso di chiudere le valvole.

“Chi ha chiuso le paratie?”

“Chi ha accesso ai lucchetti delle paratie e può quindi decidere di limitare a piacimento la portata del canale?” si chiede il parlamentare d’opposizione al Governo del presidente Musumeci che, nei giorni scorsi, ha compiuto un sopralluogo all’acquedotto Galermi, dopo alcune denunce da parte dei proprietari delle aziende agricole sulle condizioni della struttura.

Fari sul Genio civile

“Ho constatato di persona da una parte la potenziale abbondanza di acqua e dall’altra le condizioni disastrose delle infrastrutture storiche e anche di quelle più recenti, abbandonate da quando è il Genio Civile ad occuparsi della manutenzione” spiega il deputato di Italia Viva.

I fondi mai usati

Secondo quanto sostenuto da Cafeo, è stato fatto approvare un impegno di spesa, a carico della Regione, pari a 500 mila euro per la manutenzione dell’acquedotto ma “l’approvazione definitiva dell’emendamento alla legge di stabilità regionale però, come sappiamo, porterà il contributo agli attuali 200 mila euro, tutt’ora disponibili ma inspiegabilmente inutilizzati” denuncia il parlamentare di Italia Viva.

“Politica delle poltrone”

“Possibile che le attenzioni del governo regionale – attacca Cafeo – abbiano sempre come oggetto non i siciliani e la gestione ottimale dei servizi essenziali ma piuttosto il riequilibrio delle forze di maggioranza e la riorganizzazione delle poltrone? La risposta a queste domande, purtroppo retoriche, è con tutta l’amara evidenza sotto gli occhi dei cittadini siciliani che ormai hanno capito, loro malgrado, con chi hanno a che fare”.