La sua impresa di riparazione di macchine industriali con sede a Melilli nel Siracusano aveva ‘scavato’ un debito con il Fisco di circa 900 mila euro, poco meno di un milione.

Ma lui, I. R. di 69 anni, non aveva intenzione di pagarlo e per questo avrebbe messo in atto una serie di manovre elusive per impedire che l’agenzia delle entrate si rivalesse sui sui consistenti beni immobili.

A scoprirlo è stata la Guardia di Finanza di Siracusa dopo una lunga indagine che ha avuto inizio da una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate alla Procura della repubblica.

Secondo i finanzieri., per evitare il sequestro del proprio patrimonio I. R. avrebbe dapprima creato un fondo patrimoniale cointestato con la moglie, T.S. di 65 anni, dove sarebbe confluita una loro proprietà immobiliare. In seguito avrebbe depositato una istanza di separazione con la quale trasferiva alla donna tutti i suoi beni rendendoli, così, non aggredibili dal fisco.

Le indagini della Guardia di Finanza avrebbero dimostrato che la separazione, però, era fittizia e per questo il Pm Vincenzo Nitti ha chiesto e ottenuto dal Gip il sequestro dell’intero patrimonio.

L’operazione ha sottoposto a controllo dello stato in via preventiva una villa al mare in contrada Carrozzieri, una villa in collina, una bitazioen con garage in città, vari terreni agricoli, l’immbolie confluito nel fondo patrimoniale e i saldi dei conti correnti tanto della società quanto del suo titolare.

Durante l’indagine I.R,. ha, però, stabilito con l’Agenzia delle Entrate un piano di rientro dal consistente debito per cui gli immobili e i saldi sequestrati sono stati posti a garanzia delrispetto del piano concordato  con il fisco