Dopo la decisione del Mart di Rovereto, presieduto da Vittorio Sgarbi, di rinunciare al prestito del Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio, custodito nella chiesa di Santa Lucia alla Badia, a Siracusa, si è  messa in moto la macchina per una raccolta fondi finalizzata al restauro dell’opera. In effetti, quel trasferimento, come sostenuto dall’Arcidiocesi di Siracusa, custode del quadro, era legato al restauro, finanziato, secondo quanto sostenuto da Sgarbi dalla provincia di Trento con  una somma di 350 mila euro. Ha vinto il partito del No ma adesso, senza quella somma, è necessario reperirne delle altre e così l’associazione Dracma, contraria al prestito, ha lanciato un appello.

“Il Seppellimento di Santa Lucia non sarà – spiegano dal direttivo di Dracma  –  più esposto al Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. DRACMA non entra nel merito delle varie vicende, perché ritiene sia arrivato il momento di aprire una discussione, chiara e libera, per coinvolgere tutti gli attori istituzionali preposti alla ricerca dei fondi necessari per il restauro della tela, con tutto quello che serve per la traslazione presso la Basilica Santuario di Santa Lucia extramoenia, per rendere così fruibile un altro dipinto molto prezioso che è “Il Martirio di Santa Lucia” di Deodato Guinaccia del 1579, pala d’altare della Chiesa di Santa Lucia alla Badia. Condividiamo l’idea del professor Paolo Giansiracusa di una associazione “Amici del Caravaggio” per chiedere tutte quelle misure adeguate per una migliore valorizzazione e fruizione dell’opera che rappresenta l’identità stessa della città. Dracma comunica, fin d’ora, la propria disponibilità ad essere presente ad ogni attività volta alle iniziative sopra espresse”.

In modo provocatorio, Vittorio Sgarbi, rinunciando al prestito, ha lanciato la sua sfida al partito del No, firmando pure la petizione dei 350 intellettuali che si erano espressi per il mantenimento della tela a Siracusa. «Rinuncio al prestito e firmo anche io l’appello. Faremo la mostra al Mart con un’altra opera di Caravaggio. Ma adesso – commenta Sgarbi lanciando la sfida ai promotori – mi aspetto che oltre a finanziare il restauro (che attende da 15 anni) e per il quale il Mart di cui sono presidente avrebbe messo 350 mila euro, provvedano, con l’urgenza che le condizioni della tela impongono, alla realizzazione della teca che ripari l’opera dall’umidità del posto in cui si trova adesso, la Chiesa di Santa Lucia alla Badia, che è la principale causa del suo grave deterioramento. «Vuoi vedere che questi tra 10 anni non avranno fatto nulla e ci ritroveremo a parlare ancora del restauro e della teca?” conclude Vittorio Sgarbi.

Legambiente Sicilia si è schierata da tempo per il trasferimento della tela finalizzato al restauro ed ha lanciato un appello a Sgarbi perché ci ripensi.

“Sarebbe un delitto perdere questa opportunità. Risorse economiche, progetti, analisi, studi, verifiche, ricollocazione, rilancio della borgata di Santa Lucia, tutto – dice il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna cancellato da una polemica ottusa, inutile, sterile e controproducente. Se andiamo dietro sempre e comunque a chi urla più forte e approfitta delle paure e dell’ignoranza dei cittadini, invece di avere un serio approccio scientifico, conoscendo e studiando le carte e gli atti, resteremo sempre condannati a un destino di arretratezza e povertà intellettuale. Speriamo vivamente che Vittorio Sgarbi si fermi alla sola provocazione e rilanci il progetto sul quadro, presentandolo con un’iniziativa pubblica, in tempi rapidi, alla città di Siracusa e alla Sicilia”.

 

 

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