“L’azienda non ha mai sospeso il servizio domiciliare a favore del paziente”. E’ quanto sostiene la direzione dell’Asp di Siracusa, in riferimento alla denuncia della figlia di un cinquantaseienne di Avola, affetto da una grave malattia neurologica degenerativa, che a BlogSicilia ha affermato la sospensione del servizio domiciliare h24 da parte dell’azienda sanitaria, che avrebbe proposto come alternativa il ricovero  “in una RSA a Lentini”  o la permanenza a casa con una “assistenza nelle ore diurne”.

“Nel momento in cui si è reso disponibile il posto – spiega la direzione dell’Asp di Siracusa –  per il suo ricovero alla Suap di Lentini (e non in Rsa), struttura assolutamente idonea ed adeguata a fornire l’assistenza di cui lo stesso necessita, i familiari hanno rifiutato accettando, così come riportato nel verbale d’incontro del 30 settembre scorso, l’assistenza domiciliare, per il massimo previsto dalla normativa vigente, di 62 ore settimanali oltre l’assegno per disabili gravissimi di 1.200 euro mensili che viene erogato”.

Sulla vicenda è anche intervenuto il direttore del distretto sanitario di Noto, Giuseppe Consiglio: “Le cure domiciliari – spiega Consiglio – non prevedono più di 62 ore settimanali così divise in 10 al dì dal lunedì al venerdì e 6 ore il sabato e 6 ore la domenica. In passato noi siamo andati in deroga concedendo l’assistenza domiciliare h 24 nelle more della disponibilità di un posto presso la SUAP di Lentini. Appena abbiamo avuto la disponibilità del posto è stato proposto il ricovero ma il caregiver, che è la moglie, già istruita per questo genere di assistenza, ha optato per l’assistenza domiciliare pur sapendo che sarebbe stata per complessive 62 ore settimanali.

“Tra l’altro, considerato che l’assistito è stato riconosciuto – continua Consiglio –  disabile gravissimo secondo quanto previsto dal D.M. 26 settembre 2016, lo stesso accede al beneficio economico di di 1.200, 00 euro mensili che per libera scelta all’atto della sottoscrizione del previsto Patto di cura, viene utilizzato mediante l’intera erogazione al caregiver escludendo l’opzione operatori Osa e Oss, che pure si sarebbe potuta scegliere anche in combinata, come previsto dalla normativa. Non un taglio dei costi, pertanto, bensì il rispetto della normativa vigente e della volontà espressa dai familiari”.