Il giudice monocratico di Siracusa ha assolto un siracusano sotto processo per maltrattamenti alla moglie. L’uomo, difeso dall’avvocato Alessandro Cotzia, era stato indagato dai magistrati della Procura di Siracusa per alcuni presunti episodi ai danni della sua consorte, una straniera, denunciati da lei stessa alle forze dell’ordine. Secondo la sua ricostruzione, il marito, nel periodo tra il 2010 ed il 2014, si sarebbe reso responsabile di episodi violenti, addirittura la donna avrebbe sostenuto di essere stata colpita con un coltello, per cui, al termine dell’udienza preliminare il gup dispose per l’uomo il rinvio a giudizio. Nel corso del processo, la difesa ha puntato le sue carte sull’inattendibilità della tesi sostenuta dalla consorte, costituitasi parte civile nel dibattimento, inoltre alcune testimonianze avrebbero scagionato il consorte. Elementi che hanno convinto la stessa pubblica accusa, infatti, il pm, al termine della requisitoria, ha chiesto l’assoluzione, accolta dal giudice Liborio Mazziotta.

Di recente, il tribunale di Siracusa ha emesso una sentenza di condanna, in primo grado, a 15 anni di reclusione per tentato omicidio nei confronti di un uomo, residente a Palazzolo Acreide. L’imputato è accusato di aver provato ad ammazzare la moglie nel 2016 in una zona di campagna, dove si sarebbe recato per portare a termine il suo piano. A quanto pare, la sua idea sarebbe stata di uccidere la consorte per poi togliersi la vita ma a fermarlo ci avrebbe pensato un agricoltore che si sarebbe accorto del pestaggio ai danni della vittima.

La moglie sarebbe stata scaraventata per terra e colpita alla testa con un oggetto, probabilmente se non fosse intervenuto il soccorritore la sua vita sarebbe stata spezzata. Ne è scaturito un procedimento giudiziario a carico del marito mentre la donna, difesa dall’avvocata Daniela La Runa, è stata assistita dal centro antiviolenza Ipazia, rappresentata in aula da Ester Malvagna. Al termine della requisitoria, il pm della Procura di Siracusa , Marco Dragonetti, aveva chiesto una pena più lieve, 12 anni di carcere.

 

 

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