Fine del contenzioso tra la Regione ed il Comune di Siracusa in merito alla costruzione del parcheggio Talete, realizzato a ridosso della costa di Ortigia, dopo il sisma del 1990 e con fondi regionali.

Regione rinuncia ai soldi

Le parti, secondo quanto sostenuto dal deputato regionale del M5S, Carlo Gilistro, hanno trovato una intesa in base alla quale la Regione rinuncerà ai 10 milioni che pretendeva dall’amministrazione di palazzo Vermexio.

La vicenda

La lite giudiziaria nacque perché, 30 anni fa, il Governo regionale stanziò circa 20 miliardi di lire per la realizzazione non solo del parcheggio Talete ma anche per la costruzione di un collegamento sottomarino, tra lo Sbarcadero di Santa Lucia e l’area del parcheggio,  nell’ambito di un piano di Protezione civile solo che quel tunnel è rimasto nel progetto mentre venne solo edificata solo la struttura in cemento armato, attualmente in uso e strategica per la mobilità in Ortigia.

Rischio scampato

“C’era il rischio di dovere restituire alla Regione dieci milioni di euro perché gli interventi realizzati negli anni 90 non erano in linea con quelli finanziati. Adesso la Regione riconosce, attraverso – dice il deputato regionale del M5S, Carlo Gilistro – l’assessorato alle Infrastrutture, che anche la sola realizzazione del parcheggio è da considerarsi intervento importante per la mobilità in Ortigia. E questo sebbene le altre opere viarie non siano state, alla fine, realizzate. Non solo – conclude Gilistro – è stato ottenuto anche il parere favorevole per l’ottenimento di nuovi finanziamenti, comunitari o statali, per migliorare e ammodernare il Talete”.

Il progetto di riqualificazione del Comune

Peraltro, il parcheggio Talete è stato al centro di un dibattito promosso da un Comitato, Levante libero, che ne chiede ancora la sua demolizione, definendolo un ecomostro.

Da parte sua il Comune, che ha portato avanti un progetto di riqualificazione dell’opera per un importo di circa 60 mila euro, ha sempre spiegato che la sua demolizione avrebbe creato un problema con la Regione, considerato il contenzioso in corso. In sostanza, secondo il Comune, l’amministrazione regionale avrebbe avuto tutte le ragioni per pretendere i soldi indietro, visto che erano stati stanziati per l’opera anche se nel piano ne era prevista un’altra.