Ramzi Harrabi è un artista ed un operatore sociale che vive da anni a Siracusa. E’ originario della Tunisia e, come tanti connazionali, è rimasto colpito dal blitz del leader della Lega, Matteo Salvini, che, nei giorni scorsi, si è presentato ai piedi di una palazzina del quartiere Pilastro di Bologna e dopo aver citofonato ha chiesto: “Buonasera, signora, suo figlio è uno spacciatore?”.

Un gesto che ha scosso l’artista residente a Siracusa, che ha deciso di aprire una pagina Facebook  per sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo importante, sotto l’aspetto della cultura e della scienza, svolta dalla comunità tunisina che vive in Italia. Ha chiesto a tutti questi tunisini di postare il proprio volto e raccontare la propria storia.

“Dopo il blitz del cittadino Salvini, ho avuto questa idea: ho pensato – scrive Ramzi Harrabi – di fare risaltare i profili veri della comunità tunisina in Italia. Una comunità fatta da medici, avvocati , docenti, studenti, artisti, operatori culturali, imprenditori, contadini e spacciatori di amore e fratellanza. Chiedo a tutti tunisini d’Italia di mettere la faccia e mandare loro filmati di 30 secondi in cui ci dicono cosa spacciano”.

Frattanto, l’ambasciatore di Tunisia Moez Sinaoui ha scritto alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati per esprimere la sua “costernazione” dopo aver appreso dell'”increscioso episodio”. “Una deplorevole provocazione, fatta in maniera illecita, senza rispetto per il domicilio privato di una famiglia tunisina, divulgata in maniera ostentata all’opinione pubblica”, ha scritto l’ambasciatore.

 

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