Dopo l’ospedale Umberto I di Siracusa, il contagio da Covid19 travolge gli ospedali di Avola e Noto. Lo svela la Cisl Siracusa che denuncia una situazione sanitaria nel Siracusano drammatica.

“Ad Avola la situazione è particolarmente grave. Positivi in Pediatria, un medico  e un infermiere in Cardiologia, un medico e un infermiere in Rianimazione, una infermiera al Pronto Soccorso, almeno due ausiliari ed altrettanti infermieri al Trigona di Noto” spiegano il segretario generale della Cisl, Vera Carasi, dal segretario generale della Funzione pubblica della Cisl, Daniele Passanisi, e dal segretario generale dei Medici Cisl, Vincenzo Romano per cui “chiediamo un intervento immediato, agiremo con le autorità preposte per scongiurare che la salute di tutti gli operatori e di tutti i pazienti sia messa a rischio anche al Di Maria”

In base alle regole stabilite dall’amministrazione, “solo otto dei venti operatori impegnati in cardiologia, possono fare il tampone subito. Questo – stigmatizzano Carasi, Passanisi e Romano – significa che, se qualcuno dei 12 operatori sanitari che non fa il tampone è positivo, infetta tutti gli altri.” La Cisl provinciale, confederale e le due federazioni direttamente coinvolte, sta già predisponendo un dossier che mette insieme segnalazioni, documenti, criticità evidenti.

Ed alla luce di questa situazione, la Cisl chiede di “scongiurare il trasferimento del reparto di pediatria dell’Umberto I all’ospedale di Avola dove, nella stessa unità operativa, sono già stati accertati casi di positività. Fornire, quotidianamente, numero di tamponi effettuati con relativo esito positivo o negativo. È assai strano che, in troppi casi, venga usata la dizione tampone dubbio.”

“Il piano di intervento, presentato ai vertici aziendali lo scorso sabato dal gruppo di lavoro nominato al posto del direttore di presidio dell’Umberto I, – sottolineano Carasi, Passanisi e Romano – prevede il trasferimento di oculistica, otorinolaringoiatria e pediatria da Siracusa ad Avola. Se, dopo la bambina di 10 mesi, anche un medico, una infermiera ed un operatore socio-sanitario sono risultati positivi proprio al Di Maria, è da escludere qualsiasi ipotesi di portare lì lo stesso reparto dell’Umberto I. Una decisione superiore, ovviamente, – aggiungono i tre segretari – che deve essere suggerita da uno dei componenti del gruppo lavoro, Rosario Di Lorenzo, che è proprio il direttore del presidio ospedaliero Avola-Noto ed Augusta.

“Se il Team emergenza Covid nominato lo scorso aprile esaurisce la propria competenza all’ospedale di via Testaferrata, tocca, a questo punto, al direttore sanitario Anselmo Madeddu, predisporre un piano di intervento immediato per Avola, che corre il rischio di diventare un nuovo pericoloso fronte, e anche per il Muscatello di Augusta.” Per UST, Funzione Pubblica e Medici della Cisl è in atto uno smantellamento totale della sanità del capoluogo. Prima l’Oncologia, adesso altri tre reparti, trasferiti in un ospedale, quello avolese, che non può garantire il servizio sicuro. Carasi, Passanisi e Romano sottolineano – a loro dire – la mancanza di trasparenza nelle informazioni dei vertici aziendali.

“Basterebbe confermare quotidianamente i dati e comunicare quando ci sono criticità evidenti tra il personale sanitario ed amministrativo – continuano i tre esponenti della Cisl siracusana – È la base che ci fornisce dati e ci trasferisce preoccupazioni e perplessità, Molti di loro si chiedono perché alcuni, tra medici, infermieri ed oss, risultati stranamente dubbi al tampone, vengano fatti regolarmente lavorare. Ci chiedono perché altri, pare anche qualche dirigente, vengano messi stranamente in ferie in un momento di emergenza, con personale già insufficiente e con quel che conseguirà in materia di accesso all’Inail per le malattie sul lavoro”.

Ma la Funzione pubblica della Cgil Siracusa conferma la ricostruzione fornita dalla Cisl. “Abbiamo avuto notizia – spiega il segretario provinciale della Funzione pubblica della Cgil, Franco Nardi – della positività di 12 operatori sanitari tra medici ed infermieri.  E’ importante adesso la sanificazione dell’ospedale ed isolare i reparti per evitare una catena di contagi senza fine. L’Asp ci deve spiegare come intende affrontare la situazione”.

 

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