I giudici della Corte dei Conti della Sicilia hanno condannato l’ex pm di Siracusa, Giancarlo Longo, ad un risarcimento di 301.735,84 euro per il danno di immagine causato al ministero della Giustizia ed il disservizio.
Il magistrato, che ha patteggiato al tribunale di Messina 5 anni di reclusione, le dimissioni dalla magistratura ed un risarcimento di 30 mila euro, è rimasto coinvolto nel febbraio del 2018 nell’inchiesta della Procura di Messina, denominata Sistema Siracusa, su un gruppo di potere, al cui vertice ci sarebbero stati due avvocati, Piero Amara e Giuseppe Calafiore (entrambi hanno patteggiato anche se su Calafiore è stato presentato ricorso in Cassazione) che avrebbero corrotto l’ex pm per favorire imprenditori a loro vicini e disporre inchieste ad hoc.
La Procura contabile, in merito alla condotta di Longo, ha aperto un procedimento, prospettando, un danno di immagine “al ministero della Giustizia, Amministrazione di appartenenza dell’allora magistrato” per un importo “pari a a 100 mila euro”.
Come emerge nella sentenza della Corte dei Conti, “la Procura riteneva, poi, che, dalle condotte ascrivibili a Longo, fosse derivato anche un danno da disservizio: la prova della predetta violazione, secondo la Procura, sarebbe da rinvenirsi nel giudicato sulle plurime imputazioni, da cui si evincerebbe che, quanto meno, da dicembre 2013 sino a marzo 2017 compreso, Longo avrebbe asservito, verso corrispettivo, la funzione giudiziaria ai desiderata di un gruppo di potere, gestito da alcuni avvocati”. Ed il danno, secondo la Procura, è di 201.735,84.
I giudici della Corte dei Conti (presidente Vincenzo Lo Presti, consigliere relatore Giuseppina Mignemi e consigliere
Gioacchino Alessandro) hanno indicato alcuni passaggi chiave dell’inchiesta della Procura penale di Messina in merito alle responsabilità dell’ex magistrato della Procura di Siracusa.
“In particolare, Longo ha confessato di avere ricevuto 10 mila euro nel 2013; poi altri 10 mila provenienti dall’avvocato Piero Amara a fine 2014, per il fascicolo GIDA e per il procedimento ENI ed altro 10 mila nel 2015”.
Inoltre, “Longo ha affermato di avere ricevuto dall’avvocato Giuseppe Calafiore, per conto dell’avvocato Piero Amara, altri 30 mila euro nel 2015, dichiarando “mi arrivano 30.000 per una denuncia che Amara insisteva che avrebbe dovuto presentare a Siracusa relativa ad un complotto che riguardava De Scalzi”.
E’ stata anche tirata in ballo la promessa a Longo, come da lui stesso ammesso, di fare carriera per i suoi servigi. “Ha ammesso – si legge nel provvedimento – che gli era stato garantito che, se si fosse continuato ad interessare del procedimento ENI, sicuramente fatto il Procuratore a Gela perché si sarebbe interessato Calafiore direttamente con alcuni soggetti del CSM ( , loro avevano grossi interessi su Gela, quindi volevano che andassi là per avere una garanzia”.
Il 24 novembre scorso è iniziato il giudizio nel corso del quale l’ex pm Giancarlo Longo, ha evidenziato “l’insussistenza del danno da disservizio o, comunque, la sua erronea quantificazione”.
Al termine della Camera di Consiglio, la Corte la Corte dei Conti – Sezione Giurisdizionale per la Regione Siciliana,
ha condannato “Giancarlo Longo al risarcimento del danno di 301.735,84 euro” come richiesto dalla Procura.
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