• L’imputato accoltellò l’ex cognato dopo una lite
  • La sentenza è stata emessa dal gup di Siracusa
  • L’aggressione in un ristorante di Avola

Il gup del tribunale di Siracusa ha condannato a 7 anni e 4 mesi di reclusione  SebastianoDi Pietro, 30 anni, di Avola, nel Siracusano, accusato di aver accoltellato il 4 giugno dello scorso anno l’ex cognato, al culmine di una lite scoppiata in un ristorante, ad Avola.

La confessione dell’imputato

Il trentenne, difeso dall’avvocato, Natale Vaccarisi, nell’interrogatorio davanti al gip del tribunale di Siracusa, nelle ore successive al suo arresto aveva ammesso le sue responsabilità, affermando, però, di essere stato colpito da uno schiaffo dal cognato mentre i due stavano discutendo in un ristorante dove è poi avvenuto l’accoltellamento.

L’aggressione all’ex cognato

Un colpo che, secondo l’indagato, gli  avrebbe fatto perdere gli occhiali: a quel punto,  Di Pietro, che soffre di miopia, avrebbe afferrato il coltello nella sua disponibilità, infliggendo dei fendenti “alla cieca”. Insomma, avrebbe reagito commettendo un errore, come aveva precisato al gip del tribunale nel corso del suo interrogatorio. Inoltre, il trentenne, dopo l’aggressione, sarebbe scappato in preda dal panico, trovando rifugio nella casa di un familiare per poi disfarsi del coltello che porterebbe sempre con se.

Le cause della lite

Sulle cause della lite, a quanto pare, secondo quanto emerso nelle indagini, ci sarebbero stati degli equivoci, tali da esasperare gli animi anche se lo stesso indagato ha precisato che i rapporti con l’ex cognato sarebbero stati sempre buoni. Al termine della requisitoria, esposta nell’udienza precedente, il pm di Siracusa si era espresso per una condanna pari a 7 anni di reclusione con l’aggravante di aver commesso i fatti davanti ad un minore.

La difesa

“Il giudice si è riservato di depositare le motivazioni di tale decisione entro giorni 90 a seguito della quale la difesa dell’imputato avrà la possibilità di proporre Appello per quanto sostenuto e non accolto dal giudice aretuseo, in considerazione che l’unica richiesta  accolta è stata quella di concedere all’imputato le circostanze attenuanti generiche” spiega a BlogSicilia l’avvocato Natale Vaccarisi.

 

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