• I carabinieri hanno eseguito una misura cautelare in carcere per un 54enne di Priolo, nel Siracusano
  • Giuseppe Fiasché è stato condannato a 3 anni e 10 mesi per rapina e truffa
  • Era rimasto coinvolto nel settembre scorso in una sparatoria a Noto

E’ stato condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione, in via definitiva, Giuseppe Fiasché, 54 anni, residente a Priolo, nel Siracusano, per una rapina commessa in Toscana ed una truffa a Messina. Sono stati i carabinieri a rintracciarlo per accompagnarlo in carcere, nel penitenziario di Augusta, dove sconterà la sua pena.

Modus operandi

Secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, l’uomo è un vero  professionista della cosiddetta “truffa dello specchietto”: quel raggiro eseguito da chi, fingendo che il malcapitato di turno gli abbia danneggiato il veicolo urtandolo, pretende  somme di denaro a titolo di risarcimento. Il 54enne, nella ricostruzione dei carabinieri,
quando non riusciva ad ottenere subito l’indebito risarcimento, faceva valere le sue ragioni mostrando un coltello a serramanico, come è avvenuto nel corso della rapina perpetrata in Toscana

Sparatoria a Noto

Fiaschè è rimasto coinvolto in una sparatoria avvenuta in via Rosselli a Noto il 29 settembre scorso, nel corso della quale rimase ferito. Al termine delle indagini, coordinate dai magistrati della Procura di Siracusa, i carabinieri della Compagnia di Noto, al comando del capitano Paolo Perrone, fermarono sei persone, fra le quali lo stesso 54enne, che ancora attualmente si trovava agli arresti domiciliari.

Lite familiare

Sono tutti accusati a vario titolo di tentato omicidio pluriaggravato, ma anche di ricettazione e porto abusivo di armi da fuoco in concorso. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le due famiglie si sarebbero scontrate per alcuni apprezzamenti poco gentili se non offensivi nei confronti di una donna appartenente alla famiglia Fiasche’.

In ospedale

“La cattura dell’uomo, è stata infatti per un certo periodo procrastinata poiché l’arrestato era ricoverato in ospedale per asserite patologie invalidanti, non appena dimesso è stato catturato dai Carabinieri e tradotto in carcere” spiegano dal comando provinciale dei carabinieri.

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