GENOVA (ITALPRESS) – Alzare le tariffe sull’acqua per sostenere gli investimenti necessari a potenziare la rete idrica. E’ la ricetta di Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Acea, intervenuto oggi all’evento “Governare la complessità: le grandi infrastrutture per il Paese” nell’ambito dell’assemblea nazionale di Anci a Genova, alla presenza del vicepremier Matteo Salvini.
“Il tema idrico è un tema di infrastruttura idrica. Il problema non è la disponibilità della risorsa, ma il trasporto e la distribuzione della risorsa. Oggi si investe troppo poco: bisogna capire che tariffe un pò più alte consentono di fare gli investimenti”, ha esordito Palermo davanti alla platea del padiglione Jean Nouvel del Waterfront di Genova. “Oggi – ha ribadito a margine dell’evento – l’Italia ha le tariffe più basse d’Europa, circa la metà della Francia e un terzo della Germania. Investire significa poter inserire innovazioni nel digitale e nell’intelligenza artificiale, che a regime possono portare un significativo miglioramento e un abbassamento delle tariffe”.
La situazione di partenza è critica. “La rete italiana è molto vecchia, circa il 60% degli investimenti ha oltre trent’anni, il 25% ha oltre cinquant’anni. Parliamo di reti costruite tanto tempo fa oggetto di manutenzione solo parziale e questo sta portando a mancanza d’acqua – ha ricordato Palermo -. L’Italia opera a una media di perdite molto superiore alla media europea, 43% contro 23%. E’ necessario investire usando nuove tecnologie, sensori, intelligenza artificiale: Acea lo sta facendo e sta portando benefici impressionanti”.
Le risorse pubbliche sono importanti. “Per il settore idrico il Pnrr prevede una dotazione importante di fondi, intorno a 4 miliardi – ha continuato Palermo -. Noi siamo un operatore che sta investendo molto grazie al Pnrr, investimenti che riguardano sia il sistema idrico di trasporto sia la depurazione. Gli ulteriori investimenti che stiamo facendo riguardano la grande adduzione, in particolare su Roma e Peschiera, uno dei più importanti a livello italiano, che riguarderà l’approvvigionamento della capitale”. Tuttavia “è chiaro che bisogna trovare le necessarie coperture finanziarie. Il Pnrr in parte copre questa esigenza, ma non basta”.
-foto xa8-
(ITALPRESS).
“Il tema idrico è un tema di infrastruttura idrica. Il problema non è la disponibilità della risorsa, ma il trasporto e la distribuzione della risorsa. Oggi si investe troppo poco: bisogna capire che tariffe un pò più alte consentono di fare gli investimenti”, ha esordito Palermo davanti alla platea del padiglione Jean Nouvel del Waterfront di Genova. “Oggi – ha ribadito a margine dell’evento – l’Italia ha le tariffe più basse d’Europa, circa la metà della Francia e un terzo della Germania. Investire significa poter inserire innovazioni nel digitale e nell’intelligenza artificiale, che a regime possono portare un significativo miglioramento e un abbassamento delle tariffe”.
La situazione di partenza è critica. “La rete italiana è molto vecchia, circa il 60% degli investimenti ha oltre trent’anni, il 25% ha oltre cinquant’anni. Parliamo di reti costruite tanto tempo fa oggetto di manutenzione solo parziale e questo sta portando a mancanza d’acqua – ha ricordato Palermo -. L’Italia opera a una media di perdite molto superiore alla media europea, 43% contro 23%. E’ necessario investire usando nuove tecnologie, sensori, intelligenza artificiale: Acea lo sta facendo e sta portando benefici impressionanti”.
Le risorse pubbliche sono importanti. “Per il settore idrico il Pnrr prevede una dotazione importante di fondi, intorno a 4 miliardi – ha continuato Palermo -. Noi siamo un operatore che sta investendo molto grazie al Pnrr, investimenti che riguardano sia il sistema idrico di trasporto sia la depurazione. Gli ulteriori investimenti che stiamo facendo riguardano la grande adduzione, in particolare su Roma e Peschiera, uno dei più importanti a livello italiano, che riguarderà l’approvvigionamento della capitale”. Tuttavia “è chiaro che bisogna trovare le necessarie coperture finanziarie. Il Pnrr in parte copre questa esigenza, ma non basta”.
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