ROMA (ITALPRESS) – “Migliorare le condizioni di lavoro, cercare di azzerare il numero dei morti, che sono figli della precarietà e dell’incertezza, trovare un modo di ridistribuire la ricchezza per consentire a tutti di vivere dignitosamente”. Sono questi i temi focali indicati da Alberto Civica, segretario generale della Uil Roma e Lazio, in un’intervista all’Italpress.
Nel mondo del lavoro si registra una “anche nella regione una forte presenza di precariato. Nelle nuove attivazioni, i contratti per il 70% sono precari. Poi – ha spiegato – c’è il fenomeno strabordante del cosiddetto lavoro povero: il 30% dei lavoratori del settore privato non agricolo a Roma e nel Lazio non arriva a 8 mila euro l’anno. Di questi, nei settori del turismo, commercio e terziario, siamo a 6 mila euro. Sentiamo parlare di grandi strategie, di investimenti, di Pnrr, di grandi opere ma il rischio è che questi siano grandi produttori di lavoro povero”. Per Civica anche il mondo della scuola ha bisogno di maggiore attenzione. “Subiamo l’influenza del fatto che l’Italia è la Cenerentola in Europa in termini d’investimenti sull’educazione: siamo il 41° Paese su 42. Non investiamo in questo settore e abbiamo una situazione drammatica dei plessi scolastici. Poco tempo fa – ha continuato – abbiamo fatto una denuncia con servizi filmati per scuole in cui ci sono addirittura discariche a cielo aperto. Sostanzialmente non investiamo in cultura, questo blocca l’ascensore sociale e fa perdere opportunità”. Si parla sempre più spesso di parità di genere. Da questo punto di vista come si muove il sindacato? “Stiamo cercando di fare battaglie – ha spiegato – perchè il fatto che non ci devono essere differenze tra uomo e donna nei posti di lavoro diventi una visione di tutti. La vera questione è che nei contratti non abbiamo differenze di genere, ma nella realtà in termini di opportunità di carriera o tipologia di attività che vengono svolte ci sono grandi disparità. Troviamo le donne impegnate soprattutto nei lavori di cura della persona, che sono quelli peggio pagati e con meno tutele, e meno donne salite in carriera. E’ un problema che dobbiamo risolvere culturalmente e dobbiamo cercare di capire come fare. Con strumenti come il Pnrr abbiamo tentato di obbligare a fare assunzioni di donne. Però il problema non sono tanto le norme quanto la capacità di farle applicare”. Il segretario generale della Uil Roma e Lazio si è soffermato anche sui rapporti con le istituzioni. “Non sono idilliaci perchè non c’è la stessa visione di cosa significhi avere relazioni sindacali. Noi immaginiamo – ha proseguito – le relazioni sindacali come un modo attraverso il quale i corpi intermedi possono diventare non solo agenti contrattuali ma anche agenti promotori di iniziative e dell’esposizione di problematiche per far capire qual è lo stato reale del Paese. Purtroppo la questione non viene vista nello stesso modo”.
Per Civica, viene seguito “troppo il filone del consenso e del proprio elettore. Nonostante questo, però, siamo riusciti a fare qualche buona operazione. Per esempio a Roma la reinternalizzazione di tutti i servizi è stata un successo notevole e ha dato sicurezza a migliaia di lavoratori. Così come è accaduto per l’accordo sul ‘taglia tassè che cerca di sterilizzare l’addizionale aggiuntiva sulla tassazione del Lazio. E’ un buon risultato. Non è esattamente quello che volevamo però – ha concluso – dimostra che quando il sindacato si pone come interlocutore vero alla fine riesce a portare qualcosa a casa”.
(ITALPRESS).
– Foto: Italpress –
Nel mondo del lavoro si registra una “anche nella regione una forte presenza di precariato. Nelle nuove attivazioni, i contratti per il 70% sono precari. Poi – ha spiegato – c’è il fenomeno strabordante del cosiddetto lavoro povero: il 30% dei lavoratori del settore privato non agricolo a Roma e nel Lazio non arriva a 8 mila euro l’anno. Di questi, nei settori del turismo, commercio e terziario, siamo a 6 mila euro. Sentiamo parlare di grandi strategie, di investimenti, di Pnrr, di grandi opere ma il rischio è che questi siano grandi produttori di lavoro povero”. Per Civica anche il mondo della scuola ha bisogno di maggiore attenzione. “Subiamo l’influenza del fatto che l’Italia è la Cenerentola in Europa in termini d’investimenti sull’educazione: siamo il 41° Paese su 42. Non investiamo in questo settore e abbiamo una situazione drammatica dei plessi scolastici. Poco tempo fa – ha continuato – abbiamo fatto una denuncia con servizi filmati per scuole in cui ci sono addirittura discariche a cielo aperto. Sostanzialmente non investiamo in cultura, questo blocca l’ascensore sociale e fa perdere opportunità”. Si parla sempre più spesso di parità di genere. Da questo punto di vista come si muove il sindacato? “Stiamo cercando di fare battaglie – ha spiegato – perchè il fatto che non ci devono essere differenze tra uomo e donna nei posti di lavoro diventi una visione di tutti. La vera questione è che nei contratti non abbiamo differenze di genere, ma nella realtà in termini di opportunità di carriera o tipologia di attività che vengono svolte ci sono grandi disparità. Troviamo le donne impegnate soprattutto nei lavori di cura della persona, che sono quelli peggio pagati e con meno tutele, e meno donne salite in carriera. E’ un problema che dobbiamo risolvere culturalmente e dobbiamo cercare di capire come fare. Con strumenti come il Pnrr abbiamo tentato di obbligare a fare assunzioni di donne. Però il problema non sono tanto le norme quanto la capacità di farle applicare”. Il segretario generale della Uil Roma e Lazio si è soffermato anche sui rapporti con le istituzioni. “Non sono idilliaci perchè non c’è la stessa visione di cosa significhi avere relazioni sindacali. Noi immaginiamo – ha proseguito – le relazioni sindacali come un modo attraverso il quale i corpi intermedi possono diventare non solo agenti contrattuali ma anche agenti promotori di iniziative e dell’esposizione di problematiche per far capire qual è lo stato reale del Paese. Purtroppo la questione non viene vista nello stesso modo”.
Per Civica, viene seguito “troppo il filone del consenso e del proprio elettore. Nonostante questo, però, siamo riusciti a fare qualche buona operazione. Per esempio a Roma la reinternalizzazione di tutti i servizi è stata un successo notevole e ha dato sicurezza a migliaia di lavoratori. Così come è accaduto per l’accordo sul ‘taglia tassè che cerca di sterilizzare l’addizionale aggiuntiva sulla tassazione del Lazio. E’ un buon risultato. Non è esattamente quello che volevamo però – ha concluso – dimostra che quando il sindacato si pone come interlocutore vero alla fine riesce a portare qualcosa a casa”.
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