ROMA (ITALPRESS) – “L’ingresso di tutti i Paesi balcanici è un obiettivo ambizioso, ma certamente fattibile e l’Italia è in prima linea per realizzarlo. I Paesi della regione devono affrontare sfide complesse ma necessarie. Ciascuno completerà il percorso secondo le proprie capacità, ma è fondamentale che tutti raggiungano questo obiettivo strategico”. Lo afferma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in un’intervista al Piccolo, commentando l’idea, evocata dal presidente sloveno Borut Pahor, di un allargamento dell’Unione a tutti i Paesi balcanici extra-Ue contemporaneamente.
“A Bruxelles abbiamo tutti condiviso che l’Ue non può guardare ai Balcani Occidentali semplicemente come a una delle regioni del proprio vicinato – sottolinea il ministro -. E’ la porta di casa e questo impone un’assunzione di responsabilità maggiore. Tutti gli Stati membri sono a favore dell’allargamento, anche se possono esservi differenti sensibilità tra i Ventisette su singoli punti. E’ su questa base che occorre lavorare per un cambio di passo da parte dell’Ue”.
“Lasciare questi Paesi fuori dalla Ue sarebbe un errore di portata storica, un’ingiustificata miopia politica che favorirebbe attori terzi non necessariamente interessati alla piena integrazione della regione nella Unione – dice ancora Di Maio -. Verrebbe inoltre meno la leva più importante a nostra disposizione per risolvere le questioni aperte e sciogliere i nodi politici che ancora oggi bloccano lo straordinario potenziale dell’area”.
(ITALPRESS).
“A Bruxelles abbiamo tutti condiviso che l’Ue non può guardare ai Balcani Occidentali semplicemente come a una delle regioni del proprio vicinato – sottolinea il ministro -. E’ la porta di casa e questo impone un’assunzione di responsabilità maggiore. Tutti gli Stati membri sono a favore dell’allargamento, anche se possono esservi differenti sensibilità tra i Ventisette su singoli punti. E’ su questa base che occorre lavorare per un cambio di passo da parte dell’Ue”.
“Lasciare questi Paesi fuori dalla Ue sarebbe un errore di portata storica, un’ingiustificata miopia politica che favorirebbe attori terzi non necessariamente interessati alla piena integrazione della regione nella Unione – dice ancora Di Maio -. Verrebbe inoltre meno la leva più importante a nostra disposizione per risolvere le questioni aperte e sciogliere i nodi politici che ancora oggi bloccano lo straordinario potenziale dell’area”.
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