CROTONE (ITALPRESS) – Vasta operazione antimafia nella provincia di Crotone per disarticolare il sodalizio criminale denominato “locale di Cirò”. Un provvedimento di custodia cautelare è stato emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo nei confronti di 31 persone, indagate per associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, nonchè per reati in materia di armi e di sostanze esplodenti. Ventisei le persone finite in carcere e 5 agli arresti domiciliari. Le indagini sviluppate dal giugno del 2019, costituiscono la prosecuzione dell’operazione di polizia denominata “Stige” (gennaio 2018) e hanno permesso di raccogliere indizi, riguardanti le dinamiche criminali della “Locale
di Cirò”. In particolare è emersa la capacità del gruppo criminale di controllo del territorio attraverso inditimidazioni ed episodi estorsivi ai danni delle attività imprenditoriali/commerciali, con il chiaro intento
di monopolizzare, sotto il profilo economico, interi settori commerciali, mediante l’apertura di nuove realtà economiche gestite dagli affiliati, da loro familiari o prestanome. Alterata la libera concorrenza, in particolare nel settore dell’ortofrutta. Inoltre venivano controllati i porti di Cirò Marina e di Cariati mediante minacce, onde ottenere, in regime di
monopolio, il controllo dell’intera filiera del pescato.
Con i proventi delle varie attività venivano pagati gli stipendi agli affiliati, per sostenere economicamente le famiglie dei detenuti e corrispondere le relative spese legali. Il gruppo criminale disponeva di armi da guerra e comuni da sparo, in parte sequestrate.
di Cirò”. In particolare è emersa la capacità del gruppo criminale di controllo del territorio attraverso inditimidazioni ed episodi estorsivi ai danni delle attività imprenditoriali/commerciali, con il chiaro intento
di monopolizzare, sotto il profilo economico, interi settori commerciali, mediante l’apertura di nuove realtà economiche gestite dagli affiliati, da loro familiari o prestanome. Alterata la libera concorrenza, in particolare nel settore dell’ortofrutta. Inoltre venivano controllati i porti di Cirò Marina e di Cariati mediante minacce, onde ottenere, in regime di
monopolio, il controllo dell’intera filiera del pescato.
Con i proventi delle varie attività venivano pagati gli stipendi agli affiliati, per sostenere economicamente le famiglie dei detenuti e corrispondere le relative spese legali. Il gruppo criminale disponeva di armi da guerra e comuni da sparo, in parte sequestrate.
– foto: Carabinieri
(ITALPRESS).
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