ROMA (ITALPRESS) – “Ci siamo confrontati con i nostri alleati internazionali, Usa, Canada e Giappone. Abbiamo discusso con un incredibile senso di responsabilità e realismo. Noi europei, uniti. Il nostro messaggio è chiaro: condanniamo l’attacco terrorista del 7 ottobre, sosteniamo che Israele ha il pieno diritto a difendersi, ma chiediamo a tutti e quindi allo stesso Israele di difendere i civili, di permettere pause umanitarie nei combattimenti per aiutare la popolazione di Gaza. Chiediamo anche al governo di Israele di mettere un freno alle violenze di coloni estremisti nei territori palestinesi di Cisgiordania”. A parlare, in un’intervista al Corriere della Sera, è il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Vogliamo – aggiunge – che questa guerra finisca al più presto. Ma vogliamo anche che Israele elimini i gruppi terroristi di Hamas. Se Israele dovrà continuare le operazioni militari dovrà farlo rispettando la legge internazionale, proteggendo le popolazioni civili e organizzando tregue che possano servire al rilascio degli ostaggi e alla protezione di cittadini di Gaza. Speriamo di interpretare le aspirazioni, le posizioni, persino le ansie di questi due popoli. Per questo, per quanto oggi appaia impossibile, vogliamo lavorare alla formula ‘due popoli due Statì. Non abbiamo alternativa”.
In merito alla conferenza di Parigi dice: «Il governo francese ha organizzato velocemente questa conferenza decisiva, dedicata innanzitutto a fronteggiare la crisi umanitaria di cui è vittima la popolazione civile, ma anche per provare a gestire lo scontro politico, per cominciare a pensare al “dopo”, al momento in cui bisognerà iniziare a ricostruire Gaza, dal punto di vista materiale e politico». L’Italia si presenta «Con grandissimo senso di responsabilità, con equilibrio, con impegno totale. Non siamo sonnambuli, non vogliamo precipitare ancora più in fondo nella guerra».
(ITALPRESS).
In merito alla conferenza di Parigi dice: «Il governo francese ha organizzato velocemente questa conferenza decisiva, dedicata innanzitutto a fronteggiare la crisi umanitaria di cui è vittima la popolazione civile, ma anche per provare a gestire lo scontro politico, per cominciare a pensare al “dopo”, al momento in cui bisognerà iniziare a ricostruire Gaza, dal punto di vista materiale e politico». L’Italia si presenta «Con grandissimo senso di responsabilità, con equilibrio, con impegno totale. Non siamo sonnambuli, non vogliamo precipitare ancora più in fondo nella guerra».
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