ROMA (ITALPRESS) – “In queste ultime ore i comitati di farmaco-vigilanza e dei vaccini, di Ema e Aifa, hanno valutato nuovi dati per quel che riguarda lo sviluppo di fenomeni trombotici a carico dei seni venosi celebrali, la valutazione fatta dal comitato dell’Ema, è che il nesso di causalità, non dimostrato definitivamente, è stato rilevato come plausibile, lo sviluppo di queste complicanze non è definitivamente chiarito, ci sono ipotesi di reazioni ma il verificarsi di questi fenomeni, che sono molto rari”. Lo ha detto il presidente del Css, Franco Locatelli, nel corso della conferenza stampa sulle valutazioni dell’Ema in relazione al vaccino AstraZeneca. “La maggior parte di questi eventi si sono osservati in soggetti di sesso femminile, sotto i 60 anni di età, anche se l’Ema ha dichiarato che non ci sono fattori di rischio evidenziati – ha aggiunto -. Il numero di dosi somministrate come seconda dose è troppo limitato per trarre delle conclusioni definitive”. Locatelli ha ricordato che “il vaccino è approvato oltre i 18 anni di età. C’è l’obiettivo di arrivare ad una condizione condivisa tra i paesi europei”.
“La posizione decisa dal ministro della Salute è stata quella di raccomandare un uso preferenziale del vaccino Astrazeneca nei soggetti oltre i 60 anni di età”, ha sottolineato Locatelli. “Al momento non ci sono gli elementi per non considerare la somministrazione della seconda dose per coloro che hanno già ricevuto la prima”, ha proseguito.
“Nei giorni scorsi Aifa ha lavorato nelle commissioni di Ema per valutare questi eventi trombotici molto rari, e l’analisi dei dati, anche quelli inglesi, ha confermato una plausibile relazione causale tra questi rarissimi eventi, nella giovane età, questo ha generato un segnale di allarme che ha portato ad indentificarlo come effetto indesiderabile del vaccino”, ha detto il direttore generale dell’Aifa, Nicola
Magrini.
“I piani vaccinali devono essere flessibili, aumentano le conoscenze e dobbiamo adattare l’uso dei vaccini, anche in base al decorso dell’epidemia stessa, soprattutto con un virus nuovo”, ha spiegato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute.
(ITALPRESS).

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