ROMA (ITALPRESS) – “I TechSprint sono competizioni tecnologiche progettate per stimolare l’innovazione, la collaborazione e le soluzioni creative e il nostro G20 TechSprint aveva un obiettivo molto ambizioso: aiutare i mercati finanziari ad affinare i loro strumenti di valutazione e selezione per convogliare i fondi verso una finanza verde e sostenibile, sfruttando le ultime tecnologie”. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel corso della cerimonia di premiazione del secondo G20 TechSprint su Green and Sustainable Finance organizzato dalla Banca d’Italia e dalla Banca dei Regolamenti Internazionali.
“Trovare modalità per favorire un’adeguata finanza verde e sostenibile per investire nella cruciale lotta al cambiamento climatico è stata una delle priorità chiave della presidenza italiana del G20 quest’anno – ha aggiunto -. L’urgenza di agire per fermare il cambiamento climatico e mitigarne le conseguenze è evidente. L’aumento dell’intensità e della frequenza degli eventi meteorologici estremi ha ovvie e importanti conseguenze sociali, oltre che economiche. Le banche centrali e le autorità di vigilanza, le istituzioni internazionali e gli operatori di mercato hanno quindi prestato negli ultimi anni un’attenzione significativa e crescente allo sviluppo di una migliore comprensione delle implicazioni del cambiamento climatico per il settore finanziario e la stabilità finanziaria”.
Visco ha spiegato che “i rischi finanziari legati ai cambiamenti climatici pongono preoccupazioni sia micro che macroprudenziali, ma l’analisi e la ricerca sono ancora in una fase iniziale”.
Il governatore della Banca d’Italia ha ricordato che “modelli climatici ed econometrici che integrano diversi scenari climatici e i loro potenziali impatti economici per valutare questi rischi sono in fase di sviluppo e perfezionamento, ma la misurazione dei costi economici del cambiamento climatico (e delle politiche climatiche) è in corso. Possiamo valutare i costi immediati di disastri naturali più frequenti e intensi, ma la maggior parte dei costi potenziali esula dall’orizzonte tipico delle analisi economiche e finanziarie” e i rischi del cambiamento climatico possono manifestarsi nell’economia “soprattutto se la transizione verso le emissioni nette zero si rivela mal progettata o difficile da coordinare a livello globale, con conseguenti interruzioni del commercio internazionale. Una grande sfida per gli investitori finanziari è su come allineare gli incentivi per incanalare l’imprenditorialità verso attività produttive e benefiche come l’innovazione tecnologica e, allo stesso tempo, prevenire attività distruttive improduttive e dannose per l’ambiente”.
(ITALPRESS).
“Trovare modalità per favorire un’adeguata finanza verde e sostenibile per investire nella cruciale lotta al cambiamento climatico è stata una delle priorità chiave della presidenza italiana del G20 quest’anno – ha aggiunto -. L’urgenza di agire per fermare il cambiamento climatico e mitigarne le conseguenze è evidente. L’aumento dell’intensità e della frequenza degli eventi meteorologici estremi ha ovvie e importanti conseguenze sociali, oltre che economiche. Le banche centrali e le autorità di vigilanza, le istituzioni internazionali e gli operatori di mercato hanno quindi prestato negli ultimi anni un’attenzione significativa e crescente allo sviluppo di una migliore comprensione delle implicazioni del cambiamento climatico per il settore finanziario e la stabilità finanziaria”.
Visco ha spiegato che “i rischi finanziari legati ai cambiamenti climatici pongono preoccupazioni sia micro che macroprudenziali, ma l’analisi e la ricerca sono ancora in una fase iniziale”.
Il governatore della Banca d’Italia ha ricordato che “modelli climatici ed econometrici che integrano diversi scenari climatici e i loro potenziali impatti economici per valutare questi rischi sono in fase di sviluppo e perfezionamento, ma la misurazione dei costi economici del cambiamento climatico (e delle politiche climatiche) è in corso. Possiamo valutare i costi immediati di disastri naturali più frequenti e intensi, ma la maggior parte dei costi potenziali esula dall’orizzonte tipico delle analisi economiche e finanziarie” e i rischi del cambiamento climatico possono manifestarsi nell’economia “soprattutto se la transizione verso le emissioni nette zero si rivela mal progettata o difficile da coordinare a livello globale, con conseguenti interruzioni del commercio internazionale. Una grande sfida per gli investitori finanziari è su come allineare gli incentivi per incanalare l’imprenditorialità verso attività produttive e benefiche come l’innovazione tecnologica e, allo stesso tempo, prevenire attività distruttive improduttive e dannose per l’ambiente”.
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