L’ultimo step amministrativo, che era quello dell’aggiudicazione, è stato completato e a Calatafimi Segesta, nel Trapanese, si può quindi procedere con la messa in sicurezza di piazzale Belvedere Francesco Vivona.

La Struttura contro il dissesto idrogeologico, che fa capo al governatore Nello Musumeci, tiene fede all’impegno preso nei tempi e nei modi previsti, colmando una grave e annosa lacuna.

Sarà la Alberti Costruzioni srl di Messina a eseguire i lavori, in ragione di un ribasso del 28,4 per cento e per un importo complessivo di 400 mila euro. Questo il risultato delle procedure espletate dagli Uffici diretti da Maurizio Croce.

Il versante in questione ha subito negli anni, a seguito di abbondanti piogge, uno scivolamento a valle con il successivo crollo di un muro di contenimento. E’ così che si è venuta a creare una situazione di estremo pericolo dovuta all’abbassamento del piazzale soprastante, con tutti i rischi che è facile immaginare per l’incolumità pubblica.

L’intervento riveste grande importanza perché restituisce serenità ai residenti per la sicura fruibilità di un’area che ha un grande valore turistico per la presenza del castello medievale e dell’antica chiesa del Santissimo Crocifisso, oltre che per quella di varie strutture ricettive.

Le opere consisteranno essenzialmente nella stabilizzazione del pendio. L’obiettivo è quello di ripristinare le condizioni del piazzale con il consolidamento del versante sud mediante la realizzazione di un muro su pali in cemento armato.

Sempre in tema di dissesto idrogeologico, qualche giorno fa, è arrivata notizia di analoghi interventi a San Pier Niceto, nel Messinese.
Un primo intervento negli anni ’80, un secondo in fase di aggiudicazione e il terzo, e definitivo, che adesso sta per essere progettato riguardante“contrada Ringa”. A pianificare gli ultimi lavori sarà un raggruppamento temporaneo di imprese che fa capo alla Civil Projects Engineering & Contracting con sede a Torre Faro.
La gara, bandita dalla Struttura commissariale diretta da Maurizio Croce, è stata aggiudicata per 138 mila euro, budget che servirà ad effettuare le indagini geologiche e a individuare le soluzioni più idonee ad arrestare definitivamente i movimenti franosi che tormentano il versante sud-est del centro abitato.
Evidenti i danni già provocati dall’instabilità del suolo, come dimostrano le profonde lesioni presenti sulle abitazioni che sorgono lungo corso Italia. Ancora più allarmanti, però, i pericoli potenziali. In quell’area si trova, infatti, il serbatoio dell’acquedotto comunale e inoltre la strada è l’unica che conduce alla frazione montana del paese: una via di fuga indispensabile che rischia di essere compromessa dai continui smottamenti se non si interverrà in maniera adeguata. L’obiettivo, come assicurano i tecnici, è d’altronde quello di affrancare per sempre la zona dalla classificazione poco rassicurante che le appartiene all’interno del Piano per l’assetto idrogeologico: R4, vale a dire ad alto rischio.