“Da tempo siamo in attesa di novità dal deposito Locomotive di Castelvetrano, dove sono conservati gli ultimi rotabili della rete ferroviaria a scartamento ridotto siciliana, un sito di archeologia industriale unico nel panorama nazionale, un insieme di infrastrutture e mezzi oggi tutelati da vari decreti di vincolo e dalla Legge nazionale 128/2017 sulla istituzione delle ferrovie turistiche. Purtroppo il tempo che passa senza novità non sembra affatto un buon segno, si è da troppi mesi – anni – in uno stallo totale, che sta peraltro vanificando sforzi e investimenti, significativi dal punto di vista economico, finora prodotti su Castelvetrano”.

La denuncia è di “Sicilia in Treno“, associazione di cultura e appassionati di attività ferroviaria.

Il punto della situazione

L’associazione SIT fa un lungo excursus per riepilogare le tappe della vicenda.

“E’ utile dunque fare il punto della situazione mettendo in ordine cronologico i fatti degli ultimi anni: dopo un lungo lavoro preparatorio volto ad avviare a Castelvetrano i lavori di recupero del patrimonio a scartamento ridotto il primo, concreto e indispensabile contributo viene dato nel 2014 da RFI, che ristruttura la storica rimessa ferroviaria “ex Squadra Rialzo”, nonché alcuni locali attigui ad essa. Le operazioni si concludono ad ottobre del 2014 e si può dare avvio al restauro di preziosi rotabili a scartamento ridotto grazie a squadre di volontari e maestranze scelte dal Gruppo FS.

I lavori continuano poi, dal 2016 (anno in cui tutti i volontari attivi a Castelvetrano fondano Sicilia in Treno) con sole maestranze indicate da Fondazione FS. Nel febbraio 2017 esce un comunicato della Fondazione FS Italiane in cui si ufficializza l’impegno per lo scartamento ridotto. Il comunicato sottolinea che “Il progetto si innesta in un più grande disegno della Fondazione FS per il recupero e valorizzazione turistica delle ferrovie dismesse, nell’ambito del Disegno di Legge attualmente in discussione in Parlamento.” (n.d.r.: la futura L. 128/2017). Un ulteriore comunicato, nel maggio 2017, informa che: “Su indicazione della Fondazione FS, Rete Ferroviaria Italiana sta provvedendo a ripristinare il fascio di binari antistante la Squadra Rialzo nell’ex deposito ferroviario. I lavori sono finalizzati a garantire una corretta movimentazione dei veicoli con la previsione di permettere nuovamente il collegamento su rotaia sino al fabbricato viaggiatori.” ed ancora: “L’intervento, oltre a salvaguardare la memoria storica della ferrovia a scartamento ridotto (…), ha anche lo scopo di permettere la movimentazione dei carri dal deposito alla stazione di Castelvetrano per futuri eventi e mostre”.

Uso turistico

“Il 2017 porta in dote la già citata L. 128/2017 sulla istituzione delle ferrovie turistiche, che riporta, all’art. 2, l’inserimento della tratta Castelvetrano – Porto Palo di Menfi tra le linee “classificate come tratte ferroviarie ad uso turistico”.

Il 2018 sembra inizialmente confermare in modo incontrovertibile questo positivo andazzo: nel mese di luglio la locomotiva diesel da manovra R212.402, un pezzo unico accantonato a Castelvetrano, viene prelevata e trasferita presso le officine RFI ONAI di Carini per il recupero funzionale. Purtroppo la successione positiva di eventi si interrompe bruscamente, senza che vi siano, apparentemente, motivi. La R212.402 viene riportata dopo soli due mesi a Castelvetrano (settembre 2018), senza che su essa si sia effettuato alcun tipo di intervento.

Anche i lavori di ristrutturazione del deposito vengono sospesi. Questo stop pregiudica l’agibilità dei locali precedentemente risanati, rendendo infattibile la ripresa dei lavori di restauro sui rotabili”.

Dal 2019 il nulla

“Dopo marzo 2019, nessuna attività ha più interessato il deposito di Castelvetrano. La sensazione, purtroppo corroborata dallo stato di fatto e dalla mancanza di azioni e comunicati, è che si sia perso il filo di un recupero che aveva, ad un certo momento, assunto i connotati della concretezza, a favore di… nulla.

Questo il quadro dal quale bisogna al più presto (ri)partire. Sicilia in Treno, fin dalla sua fondazione, ha richiesto di potere operare a supporto della rinascita dello scartamento ridotto siciliano, forte della esperienza maturata sia nei lavori di restauro dei rotabili, sia nella produzione di documenti e progetti a favore della “Ferrovia di Selinunte”.

Il Recovery fund pone nuovi orizzonti che dovranno essere richiesti e attuati in primis dal Governo della Regione Siciliana. Ma quel che occorre oggi è un piano a breve termine mirato al sito di Castelvetrano e ai mezzi ferroviari (spesso centenari) ivi accantonati, in quanto si rischia di disperdere quanto di buono è stato fatto e i relativi investimenti”.

Il progetto di un Museo

L’associazione ha anche elaborato due rendering di un progetto di Museo per il deposito Locomotive di Castelvetrano.

L’appello

“Ci si augura che la azione della Fondazione FS, che tanto bene sta operando altrove, producendo investimenti significativi, impensabili fino a pochi anni fa, nel settore della salvaguardia, recupero dei beni storici FS, possa riprendere con la stessa forza vista in altre parti di Italia anche a Castelvetrano, polo ferroviario unico in tutta la nazione.

Certamente la situazione di stallo attuale rischia di gettare alle ortiche – metaforicamente e letteralmente – tutti gli sforzi e gli investimenti finora prodotti dal Gruppo FS su Castelvetrano.

Questo lungo periodo di silenzio non giova, occorre riaccendere i riflettori sullo scartamento ridotto siciliano veicolando nuovamente la attenzione di tutti i soggetti coinvolti (e con ruoli di responsabilità) per riavviare una azione concreta di rilancio.

Sicilia in Treno, come dichiarato in innumerevoli occasioni, è pronta a fare la sua parte… se gliene verrà assegnata una, se cioè le verrà data occasione di operare, cosi come fatto (bene) in precedenza, per la salvaguardia del sito ferroviario di Castelvetrano”, conclude la nota.

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