Sbarcati sulle nostre coste e finiti chissà dove, i “ragazzini invisibili” sono sempre di più. Stando a un rapporto diffuso in queste ore da Unicef Italia, lo scorso anno circa 25.800 minorenni non accompagnatipiù del doppio rispetto ai 12.360 del 2015 – hanno raggiunto l’Italia.

“Questi bambini rappresentano un allarmante 91 per cento, rispetto ai 28.200 minorenni arrivati nel nostro Paese nel 2016 come rifugiati o migranti”. Molti, peraltro, spariscono dopo (breve) transito in un centro di accoglienza.

Numeri inquietanti di una potenziale polveriera sociale. In dicembre quando a Palermo, Roma e Milano era stata presentata dall’Unicef una videoinchiesta che aveva proprio “Invisibili” per titolo, il portavoce dell’organizzazione Onu per l’infanzia Andrea Iacomini aveva dichiarato in un’intervista a BlogSicilia: “In media, un minore non accompagnato su quattro fugge dai centri d’accoglienza. Molti cercano di raggiungere parenti e amici nel nord Europa, tenendosi stretto il fogliettino con i numeri da chiamare. Fuggono per trovare un lavoro e iniziare a mandare anche pochi spiccioli ai familiari oppure lo fanno semplicemente perché sono stanchi di stare fermi. Una volta usciti dai centri, però, alcuni cadono nelle reti della criminalità più o meno organizzata e spesso non riescono ad uscire più da quel circuito”.

Altri dati nel report Unicef. ”La maggior parte di questi minorenni – si legge –  provengono da quattro Paesi: Eritrea, Egitto, Gambia e Nigeria. Mentre la maggior parte di loro erano maschi tra i 15 e i 17 anni, tra i nuovi arrivi ci sono minorenni più piccoli e ragazze; queste ultime in particolare sono a esposte a rischio di sfruttamento sessuale e abuso, compresa la prostituzione ad opera di reti criminali. Diverse ragazze intervistate dagli operatori dell’Unicef, all’inizio di quest’anno a Palermo, hanno dichiarato di essere state costrette a prostituirsi in Libia per pagare il costo del viaggio per attraversare il Mediterraneo. Inoltre, molti ragazzi che arrivano in Libia sono costretti a svolgere lavori manuali”.

E ancora: “La rotta del Mediterraneo Centrale dal Nord Africa all’Italia è unica per la proporzione incredibilmente alta di minorenni non accompagnati o separati tra i rifugiati e i migranti, mentre solo il 17 per cento dei bambini rifugiati e migranti arrivati in Grecia via mare nel 2016 risultavano non accompagnati o da un familiare adulto o da qualcuno che se ne prendeva cura”.