Niente rimpasto nella giunta di Roberto Lagalla, almeno non per il momento. Bisognerà vedere cosa succede alle elezioni provinciali del 27 aprile e poi il sindaco, come ha dichiarato proprio oggi in una lunga intervista a BlogSicilia, non ha voglia di cambiare nulla almeno fino a quando non cambia qualcosa a livello regionale.
Fa finta di non conoscere le tensioni e le ambizioni che crescono all’ombra del Consiglio comunale e gli spostamenti di equilibri interni ai partiti e alla coalizione tanto che racconta di “averne sentito parlare ma di non aver visto significativi cambi di posizioni”.
I movimenti dentro Forza Italia
In realtà i movimenti ci sono stati, soprattutto all’interno do Forza Italia. la prima “chiacchiera” politica in questo senso riguarda, a Palermo come alla Regione, l’assessore Edy Tamajo e i suoi “amici”. Gli assessori che fanno riferimento a Tamajo in giunta Lagalla sono due ma fra gli azzurri c’è chi dice che alla luce delle attuali alleanza interne in realtà potrebbe trovarsi in condizione di dover rinunciare a uno dei due componenti di giunta.
La situazione creatasi dopo le Europee
Dopo le elezioni europee, il gruppo consiliare di Forza Italia al Comune di Palermo ha assistito, infatti, a un rimescolamento degli equilibri interni. Tuttavia, nonostante le tensioni e i cambi di corrente di alcuni consiglieri, c’è in campo una strategia di compensazione che punta a lasciare sostanzialmente invariata la situazione.
Chi va e chi viene
Uno dei movimenti più significativi riguarda Gianluca Inzerillo, ex fedelissimo di Edy Tamajo, che ormai da tempo ha spostato la propria lealtà verso l’area forzista che fa riferimento a Giorgio Mulè, deputato romano, ma pur sempre siciliano di nascita, e volto nazionale del partito. A compensare la perdita è arrivato il consigliere Pasquale Terrani che ha fatto il percorso opposto, entrando nella scuderia dell’assessore regionale alle Attività Produttive. Tanto basterebbe a mantenere saldo l’asse Tamajo all’interno del consiglio comunale.
Ma c’è un altro caso che ha fatto discutere: il capogruppo di Forza Italia Ottavio Zacco. Dopo una fase di incertezza e una personale evoluzione politica, oggi sembra aver trovato una nuova collocazione più vicina al sindaco Roberto Lagalla. Un avvicinamento che non prevede un addio a Forza Italia ma solo un allontanamento del gruppo di Tamajo che in realtà si è già consumato da un po. Zacco, forte del suo consenso elettorale, punta a un ruolo di maggiore rilievo nell’amministrazione comunale e da tempo ambisce a una poltrona da assessore. Una strada in salita per Zacco visto che, probabilmente riferendosi proprio a lui, che resta esponente di Forza Italia, nell’odierna intervista a domanda diretta risponde che in un eventuale rimpasto o meglio in caso di una sostituzione bisogna mantenere l’equilibrio fra uomini e donne. Se mai Tamajo dovesse cedere una poltrona appare difficile che possa essere quella di un uomo, ovvero del padre.
Parlando di donne è rimasta con Tamajo, invece Caterina Meli, unica donna di Forza Italia in consiglio comunale, che alle elezioni correva in accoppiata proprio con Zacco.
Si tiene tutte le porte aperte il Presidente del Consiglio comunale Giulio Tantillo che si è avvicinato al Presidente Schifani, cosa testimoniata anche dal fatto che c’è un Tantillo nello staff di Palazzo d’Orleans, ma ha anche garantito sostegno alla candidatura del catanese Marco Falcone alle scorse elezioni europee.
Le altre “sostituzioni”
Per compensare le altre “perdite” sono arrivate altre figure provenienti da storie politiche molto diverse: Leopoldo Piampiano (ex Fiamma Tricolore) e Salvo Alotta (ex Margherita). I due sembrano aver trovato un punto di incontro ed un dialogo costante proprio con Edy Tamajo.
A conti fatti, dunque, l’area non sembra essere cambiata. Per ogni pezzo perso per strada ne è arrivato uno nuovo nel puzzle e questo rende difficile far quadrare il cerchio di una eventuale sostituzione di assessori. La vera partita aperta resta quella delle ambizioni personali, tra chi punta a incarichi più prestigiosi e chi cerca di consolidare il proprio spazio politico all’interno del partito. Una situazione nell’ambito della quale l’esperto Lagalla cerca in tutti i modi di non cambiare nulla per evitare che, tolto il coperchio, la pentola trabocchi.






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