Salvaguardare la crescita psicofisica di bambini e adolescenti e il corretto utilizzo dei social media, limitando l’uso dei dispositivi digitali per i minorenni fino a dodici anni. Sono gli obiettivi principali della legge-voto 649 approvata il 12 febbraio scorso dall’Assemblea regionale siciliana a Palazzo dei Normanni, a Palermo. Per essere messa in atto dovrà essere ufficialmente approvata dalle Camere a Roma, poiché interessa tematiche nazionali. La legge ha come obiettivo principale proteggere la crescita psicofisica dei minori, garantendo che l’uso dei dispositivi digitali non vada a danneggiare la loro capacità di apprendere e svilupparsi in modo sano.
Per quanto riguarda i minori di dodici anni, sono stabilite regole precise sull’uso dei dispositivi digitali: nei primi cinque anni di vita l’utilizzo è vietato, dai sei agli otto anni non più di un’ora al giorno, mentre dai 9 ai 12 anni non deve superare le tre ore giornaliere. I genitori hanno l’obbligo morale di far rispettare queste disposizioni e chiunque venga a conoscenza di una violazione è tenuto a segnalarla alle autorità competenti. In caso di trasgressioni sono previste sanzioni che variano da 150 a 500 euro, a seconda della gravità della violazione.
Un dubbio rimane: come provare che il reato sia davvero avvenuto? La legge punta alla salvaguardia della crescita psicofisica di bambini e adolescenti, affinché non vengano compromesse le loro capacità cognitive e di apprendimento e si propone di affrontare la tematica dei social media e del loro corretto utilizzo attraverso progetti di apprendimento. I legislatori propongono inoltre degli interventi per prevenire i danni che potrebbero influire sulla salute psico-fisica dei minori, come disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e della concentrazione. Possono presentarsi a volte difficoltà nella relazione con i propri coetanei, basando tutta la propria adolescenza su piattaforme online, arrivando a considerare amiche delle persone conosciute sul web che non si vedranno mai nella vita reale. Un uso distorto dei social può portare anche a gravi rischi, come imbattersi in pedofili.
Il testo ha però dei limiti e delle lacune. Non affronta i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo: spesso vengono postati video indesiderati e violenti sui social realizzati da chi pensa di ottenere più consensi e ‘amici’. Dovrebbero essere coinvolte associazioni che si assumono l’impegno di spiegare i danni dei dispositivi elettronici e come farne un corretto utilizzo, campagne che dovrebbero coinvolgere anche i genitori. Le multe non bastano, infatti. Molti genitori non sono a conoscenza dei rischi, per esempio, riguardo al bullismo digitale e agli scarsi controlli sui social. E’ molto importante favorire e valorizzare progetti e iniziative che possano costituire delle alternative all’esposizione prolungata a telefonini e ad altri dispositivi elettronici. A questo scopo potrebbero essere utilizzati i fondi previsti dalla legge per finanziare nuove attività e favorire la presenza di figure professionali, come gli psicologi nelle scuole.
Federico Asaro, Karol Maria Barbaria, Dario Magliozzo, Rebecca Manzella, Silvia Mineo, Alessia Musso, Chiara Rinaldi, Andrea Tarantino
IV G – Liceo linguistico Ninni Cassarà
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