Tappa catanese del progetto itinerante ‘Progetto ‘@Lab_School. Azione a contrasto e prevenzione dalle dipendenze’, iniziativa che mira a sensibilizzare le nuove generazioni sui pericoli legati all’abuso di sostanze e promuovere stili di vita sani. L’evento, che si è sviluppato in due giorni di attività coinvolgenti e formative come il laboratorio di pittura tenuto da Igor Scalisi Palminteri, ha visto la partecipazione di 20 tra studentesse e studenti provenienti da quattro scuole catanesi: l’I.C. Vittorio De Feltre, il Liceo Classico Spedalieri, il Liceo Lombardo Radice e l’ISS Marconi-Mangano.

Il progetto, finanziato dall’Assessorato Regionale all’Istruzione e alla Formazione Professionale e portato avanti per il tramite dell’USR Sicilia, è realizzato dalla Rete Salus Scuole SHE Sicilia, che vede coinvolto l’IC De Feltre come scuola polo della provincia di Catania.


Durante il laboratorio di pittura, in particolare, i ragazzi e le ragazze hanno realizzato tre tele, che verranno esposte nei comuni di Catania, Valverde e Sant’Agata li Battiati. Igor Scalisi Palminteri, che lo ha curato, ha dichiarato: “Un laboratorio contro le dipendenze è tante cose insieme. A volte molto complesse, altre volte semplici. È mostrare la bellezza, indicare la via della luce, intesa come positività. È fornire strumenti, offrire opportunità, proporre nuovi percorsi e aiutare i giovani a visualizzare un orizzonte possibile, una strada fatta di bellezza. Accompagnarli verso quella meta. E allora forse sì, un laboratorio di pittura contro le dipendenze può avere un senso. Non ne ho la certezza, ma ci credo. Siamo al secondo step di questo percorso intenso, dove ragazzi e ragazze si raccontano. Ognuno di loro ha un bagaglio, un’esperienza già sufficiente per capire che le droghe sono il male, sono la morte. Lo sanno già. Allora, cos’è che manca? Forse che le Istituzioni siano sempre più concrete. Che gli attori di un Paese, di una città, siano più uniti, che si sentano realmente comunità. È questo agire insieme – prosegue – che può fare la differenza. Non esistono medicine miracolose, né ricette preconfezionate. Esistono percorsi duri, costanti. Esiste lo stare insieme, a volte anche con fermezza, ma sempre con un profondo senso di vicinanza e di appartenenza. Questo laboratorio è una metafora. Insieme abbiamo dipinto un trittico: un’opera pensata, costruita e realizzata in gruppo. Ognuno ha dato il proprio contributo, e questo ha reso possibile la sua esistenza. Quella tela siamo noi. Siamo le nostre fragilità e le nostre forze. E siamo felici di presentarci così come siamo – conclude -, con il nostro corpo, i nostri capelli, le nostre assenze e le nostre imperfezioni, tutto ciò che ci rende unici. E, per questo, meravigliosi”.


L’assessore comunale all’Istruzione Andrea Cesare Guzzardi ha commentato: “Ringrazio chi ha organizzato questo evento, come città siamo lieti di supportare queste iniziative all’interno delle nostre scuole. Condivido pienamente quanto detto da alcuni intervenuti circa l’aiuto che necessitano queste scuole, non solo con questi progetti, che forse non bastano a colmare il gap generazionale all’interno della nostra comunità sulle devianze e le dipendenze alle quali sono esposti i nostri giovani. Come città e come amministrazione comunale forse dobbiamo cominciare a ragionare insieme alle altre istituzioni, dobbiamo dare una mano alle istituzioni scolastiche non solo nella partecipazione a questi eventi, ma a 360 gradi nella gestione dei ragazzi, dando un aiuto concreto anche alle loro famiglie”.

Giovanni Cafeo, coordinatore della segreteria particolare dell’Assessore Regionale all’Istruzione e alla Formazione Professionale, ha aggiunto: “Sono dei momenti di confronto in cui comunque, attraverso il racconto, la sperimentazione di laboratori, attraverso l’arte e tutto ciò che può appassionare i ragazzi si fa un’azione lasciando un seme che possa germogliare nelle loro passioni e allontanarli dalle droghe e dalle dipendenze”.


“Le istituzioni sono fondamentali – ha affermato il presidente del Tribunale di Catania Francesco Saverio Maria Mannino -, perché il loro ruolo è intervenire creando un raccordo tra loro e principalmente con le famiglie. Durante questa iniziativa si è discusso di società, di rete e di tanto altro, ma la prima formazione deve avvenire nelle famiglie, che sono diverse da quelle di un tempo: hanno sentimenti, valori, esigenze differenti, anche dal punto di vista economico. E i ragazzi e le ragazze possono a volte trovarsi chiusi come in mezzo a degli ingranaggi. Le istituzioni devono lavorare sulle famiglie e in questo la scuola sarà certamente aiutata nello svolgere il proprio compito”.

Il progetto, che ha già toccato diverse province, continua il suo viaggio con l’obiettivo di coinvolgere sempre più giovani, diffondere consapevolezza e promuovere la cultura della prevenzione e del contrasto alle dipendenze.

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