L’Associazione “Precari in Rete – Poste Italiane” ha chiesto con fermezza le dimissioni della Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, On. Marina Elvira Calderone. L’associazione denuncia l’inaccettabile inerzia della Ministra di fronte alle gravi e ripetute segnalazioni sulle condizioni di sfruttamento dei lavoratori precari di Poste Italiane.

Da due anni, l’associazione si batte per i diritti di questi lavoratori, documentando sistematiche irregolarità: mancata retribuzione delle ore di lavoro straordinario, che si traduce in evasione fiscale e contributiva a danno della collettività; precariato “usa e getta” che umilia e sfrutta i giovani; e allarmante carenza di sicurezza, con migliaia di infortuni già registrati.

«Abbiamo tentato in ogni modo di ottenere risposte e interventi concreti», dichiara il Presidente Carmine Pascale. «Azioni legali, manifestazioni, appelli al Parlamento, sensibilizzazione dell’opinione pubblica: tutto inutile. La Ministra Calderone ha scelto un silenzio assordante e incomprensibile, dimostrando una mancanza di sensibilità e di impegno che riteniamo intollerabile».

Per queste ragioni, l’Associazione “Precari in Rete – Poste Italiane” chiede un atto di responsabilità: le dimissioni della Ministra Calderone, per aprire la strada a una soluzione concreta e urgente di questa drammatica situazione. Di seguito, il testo integrale della lettera inviata alla Ministra Calderone, e per conoscenza, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni.


Egregia Ministra Calderone,

Le scriviamo con viva preoccupazione e profondo rammarico in rappresentanza dell’Associazione “Precari in Rete – Poste Italiane”. Da ormai due anni ci impegniamo instancabilmente, prima come singoli lavoratori e ora come associazione strutturata, per denunciare le inaccettabili condizioni di sfruttamento che gravano sui lavoratori precari di Poste Italiane, un’azienda di primaria importanza per il nostro Paese e direttamente controllata dallo Stato.

Tali condizioni di sfruttamento si concretizzano in svariate forme, tra cui spiccano la sistematica mancata retribuzione di numerose ore di lavoro eccedenti l’orario contrattuale, che comporta anche evasione fiscale e contributiva a danno della collettività, la piaga del precariato “usa e getta” che relega i giovani a lunghe e infruttuose graduatorie, e l’allarmante carenza di misure di sicurezza che espone i lavoratori precari a un elevato rischio di infortuni, con migliaia di casi già registrati.

In questo periodo, abbiamo profuso ogni sforzo per portare alla luce questa grave ingiustizia sociale, intraprendendo azioni legali, organizzando manifestazioni pubbliche e rivolgendo appelli accorati alle istituzioni politiche, sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica. Parallelamente, abbiamo cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso i media, nella speranza di ottenere il sostegno necessario per una risoluzione.

Nonostante i molteplici tentativi di coinvolgerLa direttamente, attraverso numerose lettere, interrogazioni parlamentari e segnalazioni dettagliate, dobbiamo constatare con amarezza la Sua persistente e inspiegabile inerzia. La Sua assenza di risposte concrete e di interventi tangibili di fronte a questa delicata situazione è per noi motivo di profonda delusione e frustrazione.

Riteniamo che tale prolungata inazione sia non solo inaccettabile, ma che denoti una preoccupante mancanza di sensibilità e di impegno verso le difficili condizioni di lavoro di migliaia di precari in un’azienda pubblica. Pertanto, con un profondo senso di responsabilità civica e nella speranza di un necessario cambio di passo, Le chiediamo di rassegnare le Sue dimissioni.

Confidiamo che questa Sua decisione possa finalmente creare le condizioni per una maggiore attenzione istituzionale e per una concreta risoluzione della difficile situazione che i lavoratori precari di Poste Italiane stanno vivendo.

Con il più profondo rispetto, ma con ferma determinazione,

Il Consiglio Direttivo

Associazione Precari in Rete – Poste Italiane

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