Molti ragazzi sono consapevoli della loro dipendenza dal cellulare, è giusto limitarne l’uso, così come quello della playstation, ma tanti non sono d’accordo a eliminare totalmente i dispositivi nelle scuole e tanto meno nella loro vita di ogni giorno. Serve un uso più consapevole e occorre coinvolgere in questo percorso anche gli adulti, in particolare i genitori. Sono gli aspetti più forti che emergono dalle interviste fatte a un campione di studenti del Liceo Cassarà sulla legge approvata dall’Assemblea regionale siciliana che limita l’utilizzo degli apparati digitali e sui rischi del web. Un altro tema avvertito è quello del ruolo dei social media e l’importanza di una sana gestione della propria presenza nelle piattaforme online. È anche importante, secondo Carlo, 17 anni, che “i ragazzi abbiano tempo per socializzare, fare sport o leggere, attività che contribuiscono al loro sviluppo”. Può avere dei benefici, aggiunge, “aiutare a mantenere un giusto equilibrio tra la vita online e quella offline. I videogiochi possono essere utili se usati con moderazione, magari come momento di svago, ma non come unica forma di intrattenimento. Sono un ragazzo che ama giocarci e mi rendo conto di passare molto tempo sui videogiochi. Litigo spesso con mia madre per colpa di questa situazione”. Beatrice ha 16 anni e pensa che limitare l’uso dei dispositivi sia un “passo positivo”, ma, avverte: “Non so quanto riuscirà a fermare davvero questo abuso. Sicuramente limitarli a un’ora al giorno potrebbe aiutare, perché i bambini tra i 6 e gli 8 anni sono molto influenzabili e un uso eccessivo di schermi può creare diversi problemi, sia fisicamente sia psicologicamente. Però, la vera sfida sarà far rispettare la legge e trovare il giusto equilibrio. Non basta imporre limiti se poi non c’è una supervisione adeguata o se i genitori non sono abbastanza consapevoli. A esempio mi sono resa conto che mio fratello di 13 anni è diventato più irascibile per via dei videogiochi, gioca spesso a call of duty e credetemi se vi dico che si arrabbia per tutto, tira le cose quando perde una partita e utilizza un vocabolario sicuramente non consono quando perde la pazienza”.

Se dovesse migliorare questa legge, Anita, 18 anni, inserirebbe “più programmi di educazione digitale per i genitori e per i bambini. A volte non basta solo limitare l’uso dei dispositivi, bisogna anche educare a come usarli responsabilmente. Magari aggiungerei una parte che riguardi anche l’uso consapevole dei social media e l’importanza di una sana gestione della propria immagine online”.

Anche per Salvatore, 15 anni, i social media “hanno un ruolo molto grande nella nostra vita, ma non sempre positivo. Spesso siamo sotto pressione per apparire in un certo modo e c’è sempre il rischio di confrontarsi con gli altri in modo poco sano. Però, se usati correttamente, potrebbero essere un ottimo strumento per comunicare, informarsi e divertirsi. Bisognerebbe trovare un modo per utilizzarli in modo più consapevole, senza diventare schiavi della ricerca di like o della pressione sociale”. Michele di anni ne ha 14 e ritiene utile limitare l’uso degli apparecchi elettronici ai bambini dai 6 agli 8 anni, poiché più facilmente soggetti a diventare dipendenti da schermi e videogiochi. Però non sono convinto che questa legge possa davvero servire. Oggi i ragazzi della mia età sono già molto svegli nel capire come usare il telefono e come non esagerare, quindi forse sarebbe meglio concentrarsi di più su come educare le persone all’uso sano della tecnologia, piuttosto che imporre delle leggi rigide. Limitare i telefonini a un’ora al giorno sembra “un po’ troppo” a Ginevra, 18 anni, “perché ci sono tante cose utili che si fanno online anche per i più piccoli. Ad esempio, ci sono molti video educativi e istruttivi su YouTube, molte applicazioni e giochi interattivi che possono aiutare in materie scolastiche come matematica o lingue straniere. Anche per noi più grandi sono spesso utili a scuola perché hanno uno scopo didattico e sono un ottimo strumento da poter utilizzare. Oggi i social sono un’opportunità importante, abbattono le distanze, creando la possibilità di avere amici in ogni parte del mondo. Però, sicuramente se parliamo di bambini che magari non sanno gestirsi autonomamente, mettere un limite di tempo potrebbe essere utile e tocca ai genitori vigilare, intervenendo sulle radici del problema, non dalle conseguenze”.

Per il 15enne Marco “limitare l’uso della PlayStation e di altre tecnologie è giusto, ma in modo moderato. Non bisogna eliminarle del tutto, perché è anche un modo per divertirsi e stare con gli amici, facendo attenzione affinché non diventino una dipendenza. Si tratta di porre dei limiti realistici, stabilendo orari e consentendone l’utilizzo insieme ad altre attività, come lo sport o lo studio. Aurora, 17 anni, concorda con l’idea che i social media siano “una parte importante della nostra vita. Molti ragazzi li usano ogni giorno, ma spesso c’è un sacco di pressione per sembrare sempre perfetti. A volte diventa una competizione fra chi ha più follower o like. Sarebbe molto meglio se i social fossero usati più per comunicare e per informarsi in modo positivo. A volte sembra che la gente stia più attenta a come appare sui social che a come è nella vita reale. Laura, 17 anni, se potesse migliorare questa legge proporrebbe lezioni o campagne informative per spiegare l’importanza di usare la tecnologia in modo sano e su come alternarla con attività all’aperto interessanti e stimolanti. Anche perché utilizziamo spesso i dispositivi elettronici per studiare, come nel caso del libro digitale. Purtroppo è anche vero che ci distraggono durante le lezioni, la nostra mente è spesso indirizzata sul telefono, ma non ritengo sia necessario il divieto di utilizzo. Del resto, anche i professori utilizzano i cellulari per scopi didattici. Io stessa sono dipendente dal cellulare e ho la tentazione di rispondere subito ai messaggi, o se una lezione è troppo noiosa, di giocare un po’ con il telefono per fare volare il tempo. Forse se le lezioni fossero più interessanti, dimenticherei il cellulare… e posso affermarlo perché con alcuni professori le lezioni sono così coinvolgenti da poterne fare a meno.

Giuliana Bustillos, Ilary D’Angelo, Emily Figuccia, Martina Lo Dico, Fabrizio Benedetto Marasà, Altea Milazzo, Maria Elisa Sciarrino, Micaela Zangara, Sofia Zangara

IV G – Liceo linguistico Ninni Cassarà

 

 

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