“Servono meno passerelle, meno divisioni e più azioni condivise per risollevare Palermo da violenza e disagio sociale”. Il segretario Cgil Ridulfo invita le istituzioni a un confronto pubblico, aperto, per dare risposte sulla “questione Palermo”

 

Palermo 9 luglio 2025 – “Lavorare tutti per ricomporre memoria e un impegno condiviso per Palermo.  Lo diciamo all’indomani dell’ennesimo episodio di violenza per questa città e alla vigilia della ricorrenza del prossimo 19 luglio, anniversario della strage di via d’Amelio.  Sappiamo tutti cosa ha significato quest’anno il non potere vivere in maniera collettiva un momento unificante come quello sotto l’albero Falcone, che dal 1992 aveva sempre unito la città e che invece quest’anno è stato elemento di divisione”.

A rivolgere l’appello a una “azione collettiva” per la città è il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo che ieri, assieme alla Fillea Cgil, alla commemorazione per i 4 morti dell’8 luglio 1960, ricorrenza da molti dimenticata, ha ripercorso il valore di questi sessant’anni di lotte e conquiste sociali per la città di Palermo.  

 “Riconnettere i fatti che abbiamo ricordato ieri, quelli dell’8 luglio 1960, nonostante l’assenza pesante delle istituzioni, con le vicende di oggi è certamente complicato e seppure il contesto è diverso, dobbiamo dire che la città e le sue istituzioni non hanno ancora raggiunto un livello di maturazione per fare memoria e impegno condiviso”, sottolinea Ridulfo.   

“La violenza e le aggressioni continue, lo diciamo da tempo, rendono insicuri i cittadini – prosegue il segretario Cgil –  Ma diciamo anche, con grande rammarico, che esiste pure una violenza delle istituzioni che non agiscono, che non si prendono cura delle persone e del territorio, che negano con l’inerzia il patto sociale tra lo Stato e i cittadini”.

“Va riconnessa l’idea di una azione collettiva per affrontare il tema della violenza, del disagio sociale con quello della qualità della vita, dentro e fuori i luoghi di lavoro – è l’invito che lancia Ridulfo- Non ci interessa aprire polemiche con le amministrazioni di turno. Ma da queste ci aspettiamo che facciano il proprio dovere e allo stesso tempo pongano ai governi regionali e nazionali ‘la questione Palermo’.   Noi non ci rassegniamo e chiediamo alle istituzioni tutte, dal consiglio comunale e metropolitano, alla giunta comunale, fino alla Prefettura, di affrontare una discussione pubblica, aperta, che coinvolga pure quanti sono stati democraticamente eletti alla Camera, al Senato e all’Ars e i soggetti sociali che operano nella società palermitana. Noi diciamo no alla rassegnazione, ma serve responsabilità e partecipazione.  Ognuno faccia la sua parte”.

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