Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione e indignazione per quanto segnalato recentemente in merito alla condizione delle spiagge libere del Comune di Catania, dove – secondo la denuncia pubblica dell’avvocato Francesco Sanfilippo – le persone con disabilità vengono ancora una volta escluse, di fatto, dall’accesso al mare in condizioni di sicurezza e dignità.
Quanto accade sulle coste catanesi non è una semplice mancanza di attenzione amministrativa: è una negazione concreta e sistemica di un diritto umano fondamentale. In particolare, colpisce il silenzio istituzionale a fronte di una denuncia articolata, dettagliata, e aggravata da un paradosso doloroso: ausili donati gratuitamente da cittadini, scuole e associazioni restano inutilizzati o abbandonati in contesti degradati, a dimostrazione di un’incapacità strutturale nel gestire anche le più elementari esigenze di accessibilità.
Parlare oggi di barriere architettoniche sulle spiagge italiane non è più accettabile. La spiaggia libera non è un privilegio, è un diritto. E la disabilità non è una questione laterale, ma centrale in qualsiasi politica che voglia dirsi democratica. Le inadempienze, i rimpalli di responsabilità, la mancata vigilanza sulle concessioni e l’assenza di risposte da parte dell’amministrazione comunale rappresentano un esempio lampante di mancanza di volontà politica, prima ancora che di inefficienza.
Il CNDDU ricorda che l’art. 3 della Costituzione Italiana impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. E che il diritto all’accessibilità è riconosciuto anche dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009. Le istituzioni locali che trascurano questi principi non solo tradiscono i propri cittadini, ma violano precisi obblighi giuridici.
Invitiamo il Comune di Catania a intervenire con urgenza, risolvendo in maniera definitiva le criticità strutturali e organizzative delle aree balneari pubbliche. Non si tratta di “favori” o “concessioni” da destinare ai cittadini con disabilità, ma di un dovere morale e legale da onorare con rispetto e responsabilità.
Il CNDDU, inoltre, si unisce alla richiesta di accertamento delle responsabilità avanzata dall’avv. Sanfilippo, auspicando il coinvolgimento della Corte dei Conti e degli organi ispettivi competenti, affinché si faccia piena luce sull’eventuale danno erariale e sulle omissioni amministrative.
Infine, chiediamo che le scuole, le istituzioni educative, i licei che hanno contribuito con gesti concreti a rendere le spiagge più inclusive, vengano ascoltate e valorizzate. Perché dove la politica fallisce, l’educazione spesso resiste.
La vera civiltà si misura dalla capacità di rendere visibile l’invisibile. E oggi, su quelle spiagge, l’invisibile è la dignità negata a centinaia di persone.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU
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