Scoppia una improvvisa bufera sulle norme che regolamentano le strutture turistiche siciliane, norme emanate in piena stagione estiva ed in applicazione di una riforma del turismo varata mesi fa ma che vede soltanto a fine giugno pubblicare i decreti attuativi.

Strutture ricettive extralberghiere in difficoltà

Al centro della vicenda ci sono le strutture ricettive extralberghiere. E non si parla sono di sistemi come AirB&B ma del modello di accoglienza diffusa che molti territorio siciliani attuano ormai da anni mettendo a disposizione dei turistici le case dei siciliani che siano essere di pescatori o semplici case vacanza o che sorgano nei borghi caratteristici ma più spopolati.

Il decreto del 25 giugno

Con il decreto numero 2104 del 25 giugno 2025 a firma del dirigente generale del turismo Maria Concetta Antinoro e dell’assessore Elvira Amata, vengono dettate, in 53 pagine, le regole per le strutture ricettive.

Per l’accoglienza extra alberghiera vengono poste condizioni stringenti come 8 metri quadrati disponibili in struttura per ogni ospite, almeno un servizio igienico ogni 4 ospiti a parte i bagni privati in camera, viene negata la possibilità di utilizzo di “letti a castello” tranne che negli Ostelli, l’obbligo di inserire ogni avvertenza almeno in italiano e di inglese e di avere a disposizione personale bilingue.

La protesta degli operatori

Su tutto questo scatta la protesta degli operatori che si dicono profondamente preoccupati “Il contenuto del decreto assessoriale 2104/2025, attuativo della legge regionale 6/2025, che introduce nuovi requisiti per le strutture extralberghiere operanti in Sicilia è inadeguato alla realtà siciliana” dicono dalla Federazione nazionale FARE (Federazione Associazioni Ricettività Extralberghiera).

“Il decreto, secondo quanto segnalato da numerosi operatori locali, impone vincoli strutturali, linguistici e organizzativi ritenuti sproporzionati e, in alcuni casi, retroattivi. Tra le misure previste si segnalano l’obbligo di dispositivi come defibrillatori, la presenza di televisori da 32 pollici in ogni alloggio, personale bilingue obbligatorio, e restrizioni su numero di posti letto e servizi igienici”.

L’ospitalità diffusa rischia di sparire

Secondo la Federazione, si tratta di disposizioni che non tengono conto della realtà dell’ospitalità diffusa siciliana e che rischiano di “penalizzare in particolare le piccole strutture familiari e i modelli di accoglienza radicati nei territori, alimentando l’irregolarità e scoraggiando chi oggi lavora con serietà e impegno”.

“In gioco c’è un modello di accoglienza radicato nei territori, foriero di lavoro, riscatto e speranza, che va difeso e valorizzato, non soffocato da norme burocratiche e decontestualizzate” sostiene Elia Rosciano, presidente della Federazione FARE.

Si a regolamentazione ma non a discapito dei più piccoli

“Siamo favorevoli a una regolamentazione chiara e trasparente – aggiunge Rosciano – ma ciò non può avvenire a scapito della sostenibilità economica e della coerenza con il contesto sociale e urbano della Regione. Le regole devono aiutare a crescere, non spingere alla chiusura o all’abbandono del mercato da parte di operatori regolari”.

Sospendete quel decreto

La Federazione chiede alla Regione Siciliana l’immediata sospensione dell’attuazione del decreto e l’apertura di un tavolo di confronto tecnico con le rappresentanze del settore, finalizzato alla riscrittura del testo in un’ottica di equilibrio, proporzionalità e valorizzazione dell’accoglienza extralberghiera.

FARE ribadisce, inoltre, la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni regionali per individuare soluzioni condivise e sostenibili, nel rispetto della normativa, della libertà d’impresa e delle peculiarità del territorio siciliano.

La risposta del Turismo “allarme esagerato”

Dall’assessorato regionale al Turismo arrivano risposte solo informali. Fonti burocratiche parlano di un allarme esagerato perché agli operatori sarebbe sfuggito il passaggio finale del decreto che assegna un anno di tempo alle strutture per mettersi in regola.

“Le locazioni turistiche già esistenti alla data di pubblicazione del presente decreto – si legge a pagina 53 proprio del decreto in questione – si adeguano alle nuove disposizioni entro il 30 giugno 2026, inviando alla casella PEC del Dipartimento del turismo, dello sport e dello spettacolo, il modello allegato al presente decreto”.