Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani denuncia con forza l’urgenza di trasformare il ricordo del maresciallo Filippo Salvi—intitolato all’aula multimediale inaugurata nel 2023 presso la caserma Manfredi Talamo—a un impegno critico e quotidiano contro l’illegalità e la deriva educativa che alimenta forme emergenti di criminalità tra i giovani. Salvi, informatico del ROS caduto nel silenzio della notte del 13 luglio 2007 su Monte Catalfano, non è stato solo un servitore dello Stato: attraverso la sua dedizione, ci ricorda che il contrasto mafioso non è una campagna stagionale, ma un dovere permanente inscritto nell’identità civile delle nostre istituzioni.
Oggi l’Italia appare in trincea su un fronte inquietante: gli omicidi commessi da minorenni sono passati da 14 nel 2023 a circa 35 nel 2024, un balzo da 4 % a 11,8 % del totale dei delitti omicidi, mentre le vittime under18 sono aumentate dal 4 % al 7 % nel medesimo periodo (Ansa, Calano gli omicidi, ma è boom dei giovani che uccidono). Fenomeni che non possono essere liquidati come “fluttuazioni statistiche” né confinati nelle emergenze carcerarie. Ecco perché non basta celebrare: serve un Piano Nazionale Anti-Illegalità in ogni scuola, con educazione alla legalità strutturale, collegamenti stabili con forze dell’ordine e magistratura antimafia, e potenziamento dei servizi psicopedagogici che finora mostrano gravi lacune.
In un tempo in cui le baby gang si compongono spesso di italiani tra i 15–17 anni, la violenza cresce mentre l’età media del primo reato si abbassa (Eurispes, Gang giovanili in Italia, i membri sono soprattutto ragazzi italiani fra i 15 e i 17 anni), la scuola non può subire l’illusione che i problemi si risolvano con più agenti o misure cautelari. Il Decreto Caivano del 2023 ha portato a un aumento dei minorenni in custodia cautelare (340 nel gennaio 2024 contro 243 nel gennaio 2023), ma ciò non riflette un’escalation di reati, quanto piuttosto un irrigidimento repressivo che soffoca il potenziale di recupero e prevenzione (Sole 24 Ore, Minori, erano 10 anni che non si raggiungeva quota 500 detenuti. Cosa è successo?).
Il Coordinamento invita le istituzioni scolastiche, il Ministero dell’Istruzione e gli Enti Locali a rompere la neutralità educativa: l’intitolazione dell’aula Salvi diventi simbolo di un investimento costante, non un gesto simbolico. Serve l’introduzione obbligatoria nei curricoli scolastici di moduli dedicati alla cultura della legalità, alla consapevolezza del fenomeno mafioso, alla cittadinanza attiva e alla convivenza democratica, insieme a programmi di formazione docenti-effettivi e programmi di sostegno psicologico capillari.
Filippo Salvi operava nell’ombra, ma non possiamo permettere che la scuola resti nell’ombra di fronte a ciò che accade in piena luce: ragazzi che uccidono altri ragazzi, che imparano la violenza prima che i valori democratici. Ricordarlo significa far emergere responsabilità, agire sulla prevenzione e mostrare che lo Stato, la scuola e la società civile scelgono di stare da una parte: quella della dignità, della legalità, della speranza.
Per questo, non celebriamo, ma costruiamo. Non parliamo, ma agiamo. Il sacrificio di Salvi non può essere vano. E la memoria può diventare, se vogliamo, la più potente arma educativa.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU

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