Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per quanto emerso durante l’incontro tra i sindaci dell’area metropolitana di Catania, riuniti per denunciare l’insostenibilità economica del servizio Asacom – assistenza all’autonomia e alla comunicazione per gli studenti con disabilità – a causa della cronica insufficienza di fondi e del progressivo aggravarsi dei bilanci comunali.

Non si tratta di una rivendicazione tecnica. Si tratta della tenuta stessa del patto costituzionale che garantisce pari dignità, diritto all’istruzione e piena inclusione sociale a tutti i cittadini, in particolare ai più fragili: bambini e ragazzi con disabilità che, senza il servizio Asacom, si troverebbero di fatto esclusi dalla vita scolastica e da un futuro di cittadinanza attiva.

Parlare di “costo” quando si tratta di diritti essenziali è un errore culturale prima ancora che politico. Non si può lasciare ai Comuni, spesso soli e sottofinanziati, l’onere esclusivo di garantire un servizio così vitale, la cui funzione non è accessoria ma fondante: supportare l’autonomia, la comunicazione, la crescita umana e scolastica di giovani che meritano ogni risorsa e attenzione.

La discontinuità del servizio Asacom, causata da tagli o incertezze normative, significa per molti studenti l’impossibilità concreta di frequentare regolarmente la scuola. Significa, in altre parole, negare diritti costituzionali e internazionali, a cominciare da quelli sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.

Appoggiamo dunque senza esitazione l’appello congiunto dei sindaci etnei al Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e al Presidente dell’Assemblea Regionale Gaetano Galvagno affinché vengano previste misure strutturali, e non più emergenziali, per finanziare il servizio Asacom in modo stabile e dignitoso.

A fronte di un costo triplicato negli ultimi cinque anni, è necessario non solo confermare lo stanziamento straordinario di 50 milioni di euro previsto nel 2024, ma garantire una programmazione pluriennale che liberi i Comuni dall’incertezza e assicuri continuità educativa alle famiglie.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani chiede che questa battaglia non sia letta come una questione “locale” o “tecnica”, ma come un’emergenza nazionale in termini di diritti civili e sociali. I bambini fragili non possono aspettare.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU


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