Martedì 15 luglio, nella sede della cooperativa sociale Prospettiva del quartiere periferico catanese di San Giovanni Galermo, Culture Possibili, organizzazione no-profit catanese che ha come obiettivo quello di attuare nuove forme di sperimentazione nel campo dell’attività teatrale e sostenere l’integrazione di persone con disabilità, inaugura il progetto “Ucci Ucci. Fiabe, colori, comunità: crescere insieme con la fantasia” rivolto a famiglie e bambini di San Giovanni Galermo. Il progetto è sostenuto da “Palcoscenico Catania. La bellezza senza confini 2025”, il progetto del Comune di Catania, in sinergia con il Ministero della cultura, che vuole rafforzare l’offerta culturale e valorizzare il patrimonio immateriale nelle periferie cittadine. Si inizia martedì 15 luglio con il workshop di avvio al canto a cura di Flaminia Castro, percussionista etnea. Il workshop sarà un modo per aiutare i bambini a trovare il coraggio di esprimersi in un contesto protetto, attraverso un canto corale non tradizionale. Lo scopo principale è far vivere ai bambini, tramite il canto, un luogo di dialogo e di comunità in cui possono affrontare il disagio e la discriminazione.

Flaminia Castro
Il progetto “Ucci Ucci” risponde ad una esigenza emersa dall’esperienza sul campo. Lavorando con giovani, famiglie e bambini di San Giovanni Galermo, i componenti di Culture Possibili, in associazione temporanea di scopo con la Cooperativa Prospettiva Futuro, si accorgono di come sia importante l’accompagnamento sano e positivo dei bambini, fin dalla più tenera età, nel tentativo di prevenire comportamenti disfunzionali influenzati dal contesto socioculturale. Il supporto che può essere fornito ha spesso un impatto positivo sulle famiglie che non dispongono di strumenti educativi e psicologici tali da consentire un percorso cognitivo-espressivo utile alla crescita con ricadute purtroppo anche a lungo termine. Il progetto “Ucci Ucci” si svilupperà in 14 appuntamenti che arriveranno fine a fine anno. Per il mese di luglio sono previsti altri tre appuntamenti: venerdì 18 e 25 luglio, i workshop di Picto – gruppo formato da Laura La Rosa, Elena Majorana, Roberta Castorina e Damiano Pellegrino, due pomeriggi di laboratorio attorno alla fiaba “I musicanti di Brema”. La celebre fiaba dei fratelli Grimm verrà ri-attraversata, pagina dopo pagina, con forme colorate, cartoncini e giochi teatrali.

Statua a Brema raffigurante i protagonisti della fiaba dei Fratelli Grimm “I musicanti di Brema”
Lunedì 21 luglio è in calendario la visita guidata dei Pupi siciliani della Marionettistica Fratelli Napoli.

I Pupi siciliani della Marionettistica Fratelli Napoli di Catania
Il progetto “Ucci Ucci”, che richiama il mondo delle fiabe e nello specifico al pericolo della presenza metaforica di un gigante cattivo, propone un intervento che utilizza linguaggi artistici multidisciplinari guidati da tutor esperti di competenze riconosciute, ma anche da figure trasversali, che utilizzano le arti anche a scopo pedagogico e terapeutico ed ha come obiettivo quello di trasformare la paura di ciò che è diverso o pericoloso in qualcosa di creativo e divertente. Partendo dal mondo delle fiabe il progetto “Ucci Ucci” si articola in tre fasi. Intanto l’ascolto o visione: una fiaba (più o meno conosciuta) viene rappresentata e si familiarizza con le sue componenti narrative; poi la costruzione, a partire da queste componenti si costruiscono attivamente una leggenda di forme e colori, forme espressive verbali, musicali o gestuali, che ri-semantizza la fiaba; infine gli assemblaggi, in cui si manipolano queste forme di materiali diversi ri-assemblandole in ulteriori performance aperte al pubblico, il cui formato potrà variare a seconda del contesto, degli spazi disponibili e della natura delle produzioni emerse durante le prime fasi (fase laboratoriale). L’obiettivo è attivare un dialogo tra infanzia, adulti, comunità e territorio circostanti.
“Ucci Ucci” si apre alla multidisciplinarietà: l’uso di materiali eterogenei – carta, tessuti, suoni, luci, video – espande l’esperienza oltre il piano visivo, coinvolgendo il tatto, l’udito e il corpo nello spazio. Ne nasce una narrazione sensoriale, corporea e immersiva, capace di mettere in dialogo linguaggi diversi e di attivare una creatività viva, condivisa e collettiva. Il lavoro favorisce lo sviluppo di competenze narrative, visive e simboliche, incoraggia la creatività, il pensiero critico e l’immaginazione essendo il linguaggio simbolico un ponte, un territorio comune in cui tutti possono partecipare, creare, raccontare e raccontarsi, al di là delle difficoltà linguistiche e dei diversi livelli di alfabetizzazione.
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