Abbiamo letto con amabile stupore l’articolo pubblicato su La Sicilia, che con piglio narrativo ha raccontato la giornata balneare della Lega alla Plaia di Catania.

Tra citazioni patriottiche, selfie ravvicinati e proclami tonici sull’autonomia, una frase ci ha strappato il sorriso. A pronunciarla non è stato il ministro Salvini, ma il suo segretario regionale in Sicilia, l’on. Nino Germanà: “Non abbiamo mai avuto un Bossi siciliano, solo tentativi autonomisti miseramente falliti.”

Che tenerezza.

Una riflessione così audace fa ancora più effetto se arriva da chi milita in un partito che con Bossi ha avuto un rapporto… diciamo stagionale.

Dopo averne preso in prestito l’icona, la Lega ha poi provveduto — con garbo istituzionale ma decisione chirurgica — a rimuoverlo dalla scena, a cancellare il “Nord” dal simbolo, e con elegante disinvoltura a prendersi il palazzo, lasciando sull’uscio chi quel partito l’aveva costruito mattone dopo mattone.

Il tutto, naturalmente, col massimo rispetto.

Bossi, dunque, torna utile solo d’estate. Come il salvagente: lo si mostra per farsi vedere preparati, ma poi lo si lascia lì, sotto l’ombrellone.

Quanto alla Sicilia e ai suoi “tentativi miseramente falliti”, ci permettiamo un appunto di merito e di memoria: Raffaele Lombardo è l’unico Presidente della Regione Siciliana che abbia mai tentato realmente di negoziare l’Autonomia con lo Stato centrale, facendo leva sullo Statuto Speciale non come vessillo ma come strumento operativo, lo ha fatto con competenza, visione e trattativa concreta.

Oggi, la storia gli sta dando ragione.

Quella fiscalità di vantaggio che oggi viene sventolata come scoperta del giorno, era già parte di una strategia compiuta.

E quanto al Ponte sullo Stretto, ben venga la determinazione del ministro Matteo Salvini nel rimetterlo al centro dell’agenda nazionale, assumendosene il peso e l’onere politico: finalmente si torna a parlare di un’opera strategica come fatto, e non solo come folklore da passerella.

Peccato che, a prestare il fianco all’iniziativa con dichiarazioni da “autonomia balneare”, sia stato il suo segretario siciliano: un Germanà intento a evocare Bossi con lo stesso trasporto di chi cita un antenato mai conosciuto, e a commentare l’autonomia siciliana con l’aria distratta di chi confonde lo Statuto con un dépliant turistico.

Forse, prima di evocare figure che si è contribuito a esautorare, converrebbe un piccolo esercizio di coerenza. O, almeno, un bagno… di memoria.

Noi, intanto, non urliamo.

Noi lavoriamo.

E quando parliamo di Autonomia, non lo facciamo con le dita alzate e i piedi nella sabbia.

La scriviamo con la A maiuscola. Nelle leggi, nei fondi, nei risultati.

Chi vuole seguirci, lo faccia.

Chi vuole imitare Bossi… cominci col rispettarlo.

Lo dichiara il coordinatore regionale Mpa Fabio Mancuso


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