Sono ben tredici. Si tengono in vari periodi dell’anno da Palermo a Noto, da Troina a Ragusa, da Gibellina a Giardini Naxos. Sono festival che rappresentano la cultura, l’arte di strada, la tradizione, la sicilianità e tanto altro. Sono tutti riconosciuti dal Ministero della Cultura ma in Sicilia sono spesso dimenticati quando si parla di aiuti, finanziamenti, di contributi attraverso il FURS, il Fondo dedicato alla cultura.

Lettera appello alla Regione siciliana

Con una lettera indirizzata al Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, agli Assessori regionali competenti (Assessore Turismo Sport e Spettacolo Elvira Amata, Assessorato all’Economia, Alessandro Dagnino, Assessore ai Beni Culturali Francesco Scarpinato), al Presidente dell’ARS Gaetano Galvagno, a tutti i Deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana e alla Commissione Cultura dell’ARS, adesso il Coordinamento composto dai Festival siciliani riconosciuti dal Ministero della Cultura ha presentato due proposte concrete e urgenti per sostenere in maniera stabile e trasparente il sistema dei festival di spettacolo dal vivo.

Sostenere in modo trasparente i festival dello spettacolo dal vivo

L’iniziativa nasce da una constatazione oggettiva e allarmante: la Sicilia è oggi tra le ultime regioni italiane per numero di enti finanziati dal Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo (FNSV) (la sola città di Roma ha il triplo di enti finanziati rispetto a tutta l’isola) e in questo contesto a essere maggiormente penalizzati sono appunto i Festival laddove non esiste nessuna misura regionale strutturale a sostegno di queste realtà: “a differenza di quanto avviene in tutte le altre regioni italiane, la Sicilia è rimasta l’unica regione a non prevedere avvisi pubblici e misure concrete per il sostegno a cofinanziamento, penalizzando di fatto i festival siciliani nella competizione nazionale con i festival di tutta Italia, demandando ogni sostegno a patrocini onerosi o alla discrezionalità dei parlamentari di tutte le correnti politiche che, come si legge in queste ultime settimane, attraverso emendamenti diretti in finanziaria non sempre pare abbiano operato utilizzando criteri di qualità, meritocrazia, trasparenza ma, troppo spesso, seguito logiche di appartenenza territoriale o opportunità politica”.

Le due proposte nel dettaglio

Sono due le proposte avanzate dal coordinamento. La prima è “l’attivazione di un decreto assessoriale quale sostegno strutturale ai festival siciliani riconosciuti dal Ministero della Cultura, sul modello di quanto già avviene per i Centri di Produzione Teatrale siciliani riconosciuti: un’azione concreta che permetterebbe di rafforzare il settore culturale regionale, migliorare le condizioni dei festival siciliani nella comparazione nazionale aumentando di fatto le possibilità di accesso ai fondi e di conseguenza creare una migliore occupazione stabile di centinaia di lavoratori dello spettacolo”.

La seconda proposta, invece, riguarda “l’aumento del FURS (Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo) e riattivazione dell’Articolo 7 comma C della Legge Regionale 25/2007, che prevede il sostegno ai festival ma non viene finanziato da oltre dieci anni. Una misura necessaria per garantire equità, trasparenza e continuità alle realtà culturali operanti in tutta l’isola, anche a quelle escluse dal FNSV, sulla scorta di quanto avviene per i Festival di Cinema, il quale articolo dedicato nelle legge di settore è invece rimasto attivo da sempre e non è mai stato definanziato, come avvenuto allo spettacolo dal vivo”.

Non chiediamo trattamenti speciali

“Non chiediamo trattamenti speciali – dichiara il coordinamento – ma misure pubbliche, accessibili e meritocratiche, già presenti in altri comparti culturali e adottate in altre regioni italiane” dicono i firmatari del documento

“È inaccettabile che la Sicilia sia l’unica regione in Italia a non avere una misura regionale per sostenere i festival: questo incide nel nostro lavoro e nello stesso riconoscimento del Ministero della Cultura. Se ci fosse stata una misura strutturale per i festival, probabilmente saremmo potuti essere di più gli enti riconosciuti dal Ministero: attivare un sostegno non é richiedere un privilegio, ma una legittima richiesta di equità e meritocrazia: la cultura è un diritto, non un optional politico”.

“Chiediamo una misura analoga a quanto avviene in tutte le regioni di Italia per consentire un supporto continuo e qualificante ai festival siciliani: vi è un intero settore della produzione culturale siciliana dimenticato dalla Regione Siciliana eppure siamo volano di attrattività nei nostri territori e creatori di centinaia di posti di lavoro. Essere riconosciuti dal Ministero della Cultura e non dalla nostra Regione è una beffa. Non vogliamo fazioni politiche o spettanze ideologiche: chiediamo responsabilità pubblica e buon senso”.

Una visione regionale lungimirante superando le criticità

La richiesta è chiara: una visione regionale lungimirante e inclusiva, che riconosca il valore artistico, sociale ed economico dei festival come presidi culturali e strumenti di coesione sui territori.

I promotori auspicano un pronto riscontro da parte delle istituzioni e hanno chiesto un incontro con l’Assessore al Turismo, Sport e Spettacolo e con la Commissione Cultura dell’ARS, per avviare un confronto costruttivo e condividere dati, esperienze e proposte.

A firmare la terrea sono tutti i festival aderenti al coordinamento e nel dettaglio si tratta del Festival Ballarò Buskers di Palermo; del Codex Festival di Noto (SR);  FINC Festival di Giardini Naxos (ME); Incastro Festival di Castroreale (ME); Mercurio Festival di Palermo;  Mythos Teatro Festival di Troina (EN);  Performare Festival di Serradifalco (CL);  Prima Onda Fest -di Palermo; Orestiadi di Gibellina (TP);  Ragusa Dietro il Sipario di Ragusa; Scenica Festival di Vittoria (RG); Segesta Teatro Festival di Segesta (TP) e Tindari Teatro Festival di Patti (ME)