“La decisione dell’avv. Stefano Giordano di querelare Fedez per le gravi affermazioni diffuse nel podcast Pulp è non solo giusta, ma doverosa. Perché quando si infanga la memoria di un uomo come Alfonso Giordano – che ha presieduto con intelligenza, equilibrio e rigore il maxiprocesso contro Cosa Nostra – non si può restare in silenzio”.

Lo afferma Salvo Liuzzo, coordinatore regionale del Pld Sicilia, commentando la frase del collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo secondo cui “i mafiosi furono contenti della nomina di Giordano perché non capiva nulla di penale”, pronunciata senza alcuna smentita o presa di distanza da parte dei conduttori, Fedez in primis.

“C’è un limite a tutto. E quel limite è stato superato. La mafia – ancora Liuzzo – non è un argomento da podcast improvvisati o da chiacchierate da bar travestite da informazione. Fare audience con le parole di un ex mafioso, senza contestualizzarle, senza contraddittorio, senza alcun rispetto per le persone, è semplicemente irresponsabile. Anzi, è vergognoso”. “Questo non è un attacco ai collaboratori di giustizia – prosegue Liuzzo – molti dei quali hanno avuto il coraggio di rompere il muro di omertà e contribuire alla giustizia. Ma quando il pentito diventa personaggio e l’informazione si piega allo show, si genera solo confusione, superficialità e – peggio – diseducazione”. “Nel caso specifico – conclude il coordinatore regionale del Partito liberaldemocratico – si è calpestata la figura di un uomo dello Stato, silenzioso e autorevole, che ha fatto la storia del contrasto alla mafia. Giordano merita onore e riconoscenza, non sarcasmo e ignoranza. Se questa è la nuova frontiera dell’informazione, allora tocca a noi pretendere più decoro e più verità”.

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