«Brucia la Sicilia. Ancora. Come ogni estate da decenni. Solo che adesso c’è anche l’amara consapevolezza che tutto questo si potrebbe prevenire ed evitare. E invece no: siamo ancora qui, immobili, inermi, incapaci di fermare la devastazione».

A dirlo è Alfonso Alaimo, coordinatore regionale di Alternativa Popolare in Sicilia, il partito il cui segretario nazionale è Stefano Bandecchi, riferendosi alle centinaia di roghi che nelle ultime ore hanno colpito l’Isola e in particolare l’area della Riserva dello Zingaro.


Alternativa Popolare chiede – continua Aiamo – immediatamente: La pubblicazione trasparente e dettagliata del Piano Antincendio 2025. L’attivazione permanente di sistemi di sorveglianza 24 ore su 24 con tecnologia satellitare e droni. La responsabilità politica e penale di chi ha permesso che le riserve naturali siciliane venissero annientate per l’ennesima volta».

E ancora Alaimo: «Mi chiedo: com’è possibile che ogni anno in estate la Sicilia venga divorata dalle fiamme e nessuno riesca a fare nulla? Abbiamo il più numeroso corpo forestale in Italia. Un esercito, almeno sulla carta. Abbiamo tecnologie che potrebbero monitorare le aree a rischio in tempo reale: droni, satelliti, intelligenza artificiale, app, sensori termici. Cosa serve di più per capire che il sistema non funziona? Oppure funziona benissimo, ma per chi ci guadagna sugli incendi? Perché a pensar male si fa peccato, certo, ma spesso ci si azzecca. E la Sicilia è la terra dove le emergenze fanno curriculum e clientela.


Conclude il segretario regionale di Alternativa popolare: «Dov’è il Piano Antincendio? Dov’è la famosa “cabina di regia”? Dove sono finite le promesse di modernizzazione del Corpo Forestale? O siamo troppo occupati a fare le passerelle davanti ai roghi spenti, quando ormai è troppo tardi, con la faccia contrita e la retorica pronta? Magari scritta chiedendo aiuto a ChatGpt?».

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