Hanno raccontato gli attimi drammatici di quella notte. Tutti hanno detto le stesse cose ai carabinieri che li hanno sentiti per ore.
I militari, come detto da Blog Sicilia 24 ore prima della nota della procura di Termini Imerese, avevano trovato nel corso dei primi sopralluoghi le bottiglie di alcool nella villa, pezzi della torta e i vestiti di Simona Cinà la giovane di 20 anni morta sabato durante una festa di laurea a Bagheria in provincia di Palermo. Nessuno aveva cercato di ripulire o cercare di nascondere cosa fosse successo nella villa.
“Simona era sul fondo della piscina, con un amico ci siamo subito tuffati per salvarla, sembrava ancora viva” ha raccontato ai carabinieri della compagnia di Bagheria uno dei giovani che si è tuffato per salvare la ragazza – Stavamo pulendo da bicchieri e bottiglie la zona attorno alla piscina, quando l’abbiamo vista. Abbiamo provato a rianimarla”.
La versione del giovane è stata confermata da tutti gli altri invitati sentiti dai carabinieri. La procura di Termini Imerese ieri ha voluto fare chiarezza sulla morte della ventenne pallavolista palermitana.
“Sono state sequestrate bottiglie di alcolici, i vestiti della ragazza sono stati prelevati dai carabinieri insieme agli altri effetti personali”. E appena i ragazzi si sono accorti “del corpo della ventenne esanime sul fondo della piscina, in un angolo distante e poco illuminato, in almeno due si sono tuffati nel tentativo di prestarle soccorso”.
E poi tutti i ragazzi sentiti come testimoni “hanno avuto un comportamento collaborativo”. La procura di Termini Imerese, dunque, smentisce la versione della famiglia sulla morte della giovane pallavolista.
“In attesa dell’autopsia questo ufficio auspica che non vengano più diffuse informazioni non veritiere. Allo stato, non vi sono elementi per ipotizzare che qualcuno abbia alterato la zona dove sono accaduti i fatti, facendo scomparire oggetti”.
Nella villa non ci sono telecamere che inquadrano la piscina, ce ne sono davanti al cancello, e la struttura non è stata sequestrata per decisione della procura che al momento non ritiene necessari ulteriori sopralluoghi.
Accertamenti amministrativi sono in corso invece sulla locazione della villa di via Sant’Isidoro Monte. I due fidanzati che hanno affittato la struttura per festeggiare le loro lauree avrebbero pagato in contanti un sensale che gestisce per i proprietari l’immobile. Gli ottanta invitati oltre alla zona della piscina potevano usufruire di alcuni bagni, ma non del resto della villa.
“La famiglia ha piena fiducia nell’operato della procura di Termini e dei carabinieri per quello che è stato fatto sin qui nel rispetto dell’attività investigativa in corso — commentano gli avvocati Gabriele Giambrone e Davide Carnese — La loro posizione resta una e una soltanto: desiderano sapere la verità sulla morte diSimona. Non cercano un colpevole o la prova che necessariamente sia avvenuto qualcosa di anomalo e sono certi che l’autopsia fissata per giovedì potrà dare molte risposte ai loro legittimi dubbi”.
L’autopsia verrà eseguita dall’anatomopatologo Tommaso D’Anna dell’istituto di medicina legale del policlinico di Palermo. Per ora il sostituto procuratore Raffaele Cammarano ha aperto un fascicolo per omicidio colposo senza indagati. L’ipotesi al momento privilegiata resta quella di un malore o di un incidente, senza la responsabilità di altre persone.
Neiprossimi giorni la procura acquisirà anche tutta la documentazione sanitaria della ragazza, a cominciare dai certificati di idoneità sportiva agonistica. Sulla morte di Simona restano comunque ancora dei particolari da chiarire: perché nessuno degli amici di Simona ha avvisato la famiglia di quanto era successo? Resta anche un mistero la circostanza che nessuno si sia accorto della ragazza sul fondo della piscina, pur con una trentina di ragazzi che a quell’ora vagavano intorno alla vasca






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