Il coordinatore regionale del Partito Liberaldemocratico, Salvo Liuzzo, interviene in un momento cruciale per il futuro delle infrastrutture siciliane: il Cipess ha adottato il progetto esecutivo del ponte sullo Stretto di Messina. L’annuncio rappresenta una svolta storica e, comprensibilmente, ha catalizzato l’attenzione del dibattito politico e mediatico nazionale. Nel suo intervento, Salvo Liuzzo esprime una valutazione complessivamente positiva rispetto all’adozione del progetto. “L’operazione è finalmente andata in porto – sottolinea Liuzzo – ed è giusto salutare con entusiasmo questo passaggio fondamentale. Tuttavia, il nostro compito è quello di guardare oltre il simbolo e assicurarci che quest’opera non rimanga semplicemente una cattedrale nel deserto”. Il riferimento, di chiara matrice pragmatica, sottolinea come il rischio di un grande progetto lasciato isolato rappresenti uno scenario da scongiurare con determinazione.
Il coordinatore regionale non ha esitato a coinvolgere il segretario nazionale Luigi Marattin che ha espresso sostegno e piena condivisione sulla linea espressa da Liuzzo, confermando il valore strategico del Ponte non solo per la Sicilia ma per tutto il Mezzogiorno e per il Paese. L’attenzione del Partito Liberaldemocratico si pone quindi in una prospettiva di sistema, in cui le grandi opere non sono fini a sé stesse ma strumenti di crescita, sviluppo e coesione sociale. Liuzzo insiste su un punto fondamentale: “Costruire il ponte è importante, ma sarebbe un errore gravissimo non cogliere questa occasione per migliorare simultaneamente anche le infrastrutture già esistenti.
La Sicilia, troppo a lungo, ha vissuto un isolamento infrastrutturale che l’ha posta in svantaggio rispetto ad altre regioni italiane, dove collegamenti e opere pubbliche funzionano adeguatamente”. Il coordinatore regionale richiama, dunque, la necessità di una visione integrata, in cui il ponte sullo Stretto diventi il volano per una vera rivoluzione nella mobilità interna all’isola. L’appello finale dell’intervento è chiaro: “Sì al ponte, ma no a una cattedrale nel deserto. Sì a una grande opera che sia accompagnata da un piano organico e concreto per la modernizzazione della rete stradale, ferroviaria e portuale siciliana. Solo così il Ponte potrà davvero assolvere al suo compito di connettere, non solo fisicamente ma anche socialmente ed economicamente, la Sicilia al resto dell’Italia e dell’Europa”.
In questa visione, condivisa con il segretario nazionale Marattin e rilanciata nelle dichiarazioni pubbliche, il Ponte sullo Stretto non è solo una sfida ingegneristica, ma un simbolo di riscatto, di possibilità e di futuro per una terra che attende, da troppo tempo, infrastrutture all’altezza del proprio potenziale. Il Partito Liberaldemocratico continuerà a vigilare e a lavorare affinché questo sogno non si trasformi in un’occasione mancata, ma sia il primo passo verso una Sicilia davvero connessa, moderna e protagonista.
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