Ad accogliere la bara bianca di Simona Cinà, la giovane pallavolista trovata una settimana fa senza vita durante una festa di laurea nella piscina di una villa, oggi in piazza a Capaci c’era un intero paese.

Al centro, davanti alla chiesa Madre, le compagne di squadra riunite per l’ultimo saluto. Tutte indossavano la maglia di gioco della amica, la numero 24. A fianco a loro le giovanissime allieve allenate da Simona. Volti commossi e tante lacrime soprattutto quando sono arrivati i genitori, la mamma Giusy, il papà Luciano, la sorella gemella Roberta e il fratello Gabriele.

E’ stato un viaggio lungo quello che ha portato il feretro dall’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo, dove è stata eseguita ieri l’autopsia sul corpo della ventenne, a Capaci. Un incidente sull’autostrada Palermo-Mazara ha bloccato il corteo per un’ora.

“La morte di Simona rappresenta un pezzo di futuro di questo paese che se ne va. Lo dimostra anche la partecipazione di oggi – ha detto il sindaco di Capaci Pietro Puccio – Muore chi è dimenticato. E lei non sarà dimenticata. Resterà sempre nel nostro ricordo”. Sulla morte della ragazza indaga la procura di Termini Imerese, che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo. Ieri l’autopsia ha stabilito che Simona è deceduta per annegamento, escludendo malformazioni cardiache e patologie pregresse. Gli esami tossicologici diranno cosa ha determinato il malore che ha probabilmente fatto perdere i sensi all’atleta, poi affogata.

Il parroco che ha officiato le esequie, don Giuseppe Salamone, con don Giglio Bernardo e don Gioacchino Ragona, ha chiesto con fermezza la verità: “Si faccia chiarezza su quel che è accaduto in quei tragici 50 minuti” ha detto durante l’omelia. Nei giorni scorsi i familiari della ragazza avevano sollevato diversi interrogativi: “Perché nessuno si è accorto che stava male mentre era in acqua?”.

E ancora: “Perché nessuno ci ha avvertito?”. A scoprire quel che era accaduto è stata infatti la madre della ventenne che non vedendola tornare a casa l’ha chiamata al cellulare. Le ha risposto uno degli amici, dicendole di correre alla villa. Giunti sul posto però i Cinà avrebbero avuto l’impressione che il giardino e la piscina fossero stati ripuliti. Secca, però, la smentita dalla Procura che ha escluso che la ‘scena’ fosse stata alterata.

“Il vostro è un dolore grande – ha detto ancora il sacerdote – non è naturale che i genitori piangano i figli”. Fuori dalla chiesa ad attendere Simona anche un collega che con la ragazza aveva lavorato in discoteca negli ultimi mesi. “Era attenta, anche dal punto di vista lavorativo. Mi risulta assai difficile credere che possa aver perso il controllo”, ha detto riferendosi all’ipotesi che la ragazza possa aver perso i sensi o aver avuto un malore perché ubriaca. Alla fine della cerimonia un lungo applauso e tanti palloncini bianchi hanno salutato la bara della pallavolista. Dietro il feretro la mamma, con la foto della figlia stretta al petto.