Non regge l’accordo che sembrava fosse stato trovato nel centrodestra per le nomine di sottogoverno da fare in queste settimane. Una trentina quelle in ballo ma di queste, alcune dovranno attendere ancora, mentre almeno 20 strutture potrebbero avere, entro settembre, una nuova guida.

L’accordo di divisione delle indicazioni riguarda i presidenti degli Iacp, gli Istituti Autonomia Case Popolari, i quattro Ersu, Enti regionali per il Diritto allo studio e i quattro Parchi ovvero Madonie, Alcantara, Nebrodi ed Etna. In totale 18 nomine.

L’accordo sui parchi

Il pre accordo che, quanto riguarda i parchi, prevederebbe che la Dc indichi il Presidente del Parco delle Madonie, Grande Sicilia il Presidente del Parco dell’Alcantara, Forza Italia collocherebbe un proprio nome al Parco dei Nebrodi, mentre Fratelli d’Italia indicherebbe la guida del Parco dell’Etna.

Attualmente il Parco delle Madonie, dove da ieri è tornato a campeggiare il drappo verde dei Geoparchi Unesco, è retto da un commissario. Si tratta di Totò Caltagirone, uomo vicino a Saverio R0mano e a Noi Moderati ma gradito anche alla Dc di Totò Cuffaro.

Tre nomi per il Parco delle Madonie

Se da un lato Caltagirone conterebbe sulla riconferma passando da Commissario a Presidente, dall’altro le idee dei partiti sembrano essere diverse. In campo ci sono tre nomi ovvero proprio Totò Caltagirone che punterebbe a restare, ma questo potrebbe avvenire solo se l’indicazione fosse demandata a Noi Moderati. La Dc, a cui spetterebbe questo presidente in base al pre accordo, vorrebbe, invece, indicare Giuseppe Ferrarello, attuale sindaco di Gangi. Ma fra i due litiganti arriva il terzo incomodo. Si tratta di Angelo Pizzuto che sarebbe, invece, un nome gradito a Fratelli d’Italia.

Il gioco dei veti

Tutti i tre candidati avrebbero i requisiti necessari per essere nominati, ma ecco che parte il gioco dei veti incrociati.  Sul Caltagirone lo stop arriva perché il pre accordo indica la scelta in campo alla Dc, su Ferrarello un gruppo di sindaci delle Madonie ha già presentato le proprie rimostranze. Nessuna opposizione sulla persona, ma nominare un sindaco anche Presidente del parco sarebbe inopportuno. Nascerebbe una sorte di “supersindaco” delle Madonie secondo gli altri primi cittadini. Insomma si consegnerebbe al sindaco di Gangi un potere che non può essere superpartes nella visione degli altri paesi madoniti.

Su Pizzuto, invece, si innesta il rischio che un sì costringa a rivedere alla base tutto l’accordo. Se al Parco delle Madonie va un uomo di Fratelli d’Italia cambia tutto nella spartizione, non solo fra i 4 parchi (La Dc rivendicherebbe non la guida di uno degli altri tre parchi, ma altro fra Ersu e Iacp.

Sulla scacchiera, dunque, dovrebbero muoversi tutti i pedoni attualmente così collocati: gli Iacp di Palermo, Messina e Enna andrebbero ai forzisti; Catania, Siracusa e Ragusa a Fratelli d’Italia. La Lega otterrebbe Acireale, la Dc Caltanissetta, Noi Moderati Agrigento e Grande Sicilia Trapani. Per quanto riguarda i parchi la Dc manterrebbe quello delle Madonie, Grande Sicilia otterrebbe quello dell’Alcantara e Forza Italia collocherebbe un proprio nome al Parco dei Nebrodi, mentre Fratelli d’Italia indicherebbe la guida del Parco dell’Etna. Gli ERSU, gli enti per il diritto allo studio, infine andrebbero Forza Italia a Palermo; Fratelli d’Italia a Messina mentre la Lega farebbe il pieno con Catania ed Enna.

Non sarebbe semplice visto che gli equilibri sono sempre complessi da trovare.