Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, nel giorno in cui ricorre l’anniversario dell’uccisione del maresciallo dei Carabinieri Vito Ievolella (10 settembre 1981), riafferma con forza che la memoria di chi ha pagato con la vita l’impegno per la giustizia non può esaurirsi in un ricordo formale.

Ievolella fu ucciso dalla mafia perché con ostinazione e lucidità non si piegava al silenzio, né all’intimidazione. Quel fuoco di piombo, esploso per soffocare la verità, deve oggi tradursi in un fuoco di idee, di educazione, di coscienza critica. E questo compito ricade innanzitutto sulla scuola.


Ogni aula, ogni lezione, ogni discussione con i nostri studenti può diventare il luogo in cui si smantella la cultura dell’omertà e si costruisce la cultura della legalità. È attraverso la conoscenza, l’educazione ai diritti umani e il pensiero critico che la scuola può erodere le radici stesse della criminalità organizzata: ignoranza, paura, assuefazione alla violenza.

Il sacrificio di Ievolella ci impone di ribadire che la mafia non è un destino inevitabile, ma un fenomeno storico, sociale e criminale che può e deve essere sconfitto. E il primo strumento di lotta è proprio la formazione delle nuove generazioni, chiamate a farsi cittadini consapevoli, capaci di scegliere la legalità come orizzonte di libertà e dignità.


Il CNDDU richiama dunque con forza l’attenzione delle istituzioni scolastiche affinché la memoria delle vittime della mafia diventi parte integrante e permanente della didattica. Non per celebrare il passato, ma per orientare il futuro.

La scuola che ricorda Ievolella non si limita a commemorare un eroe: diventa essa stessa presidio di resistenza civile contro ogni forma di prevaricazione criminale.

La lotta alle mafie non si vince solo nei tribunali, ma soprattutto nella coscienza collettiva: per questo l’educazione è il vero antidoto all’ombra dell’illegalità. Formare cittadini liberi significa togliere terreno fertile al potere delle cosche, sottraendo consenso e complicità silenziosa.


Un’istituzione scolastica che educa alla responsabilità e alla giustizia è il miglior omaggio che possiamo rendere a chi ha sacrificato la vita per difendere lo Stato di diritto. Il ricordo di Ievolella diventi quindi stimolo quotidiano a insegnare che la legalità non è un concetto astratto, ma un impegno concreto, un atto di coraggio che ciascuno può compiere.

Educare alla legalità non è un atto accessorio: è la risposta più radicale e lungimirante che possiamo dare alla violenza mafiosa.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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